ma l’Agenzia delle Entrate sconta una grave carenza di personale. Un problema che riguarda anche la sede provinciale di Agrigento e quelle di Sciacca, Canicattì e Licata con il personale che si è già riunito in assemblea e ha proclamato lo stato di agitazione. I dipendenti delle sedi agrigentine dell’Agenzia delle Entrate manifesteranno giovedì 23 gennaio, in concomitanza con la protesta indetta a livello nazionale dai sindacati.
Il ministero dell’economia, dal quale dipendono, continua ad alzare l’asticella in relazione alla lotta all’evasione fiscale, ma l’agenzia deputata agli accertamenti sconta una grave carenza di personale in servizio. Complice anche quota 100 che ha svuotato gli uffici pubblici italiani e, dunque, anche l’Agenzia delle Entrate, oltre ai pensionamenti arrivati nel tempo senza che si sia provveduto a consistenti nuove assunzioni. Il personale in servizio, di conseguenza, denuncia un carico eccessivo di lavoro e una non efficiente organizzazione degli uffici.
Tutto questo, hanno evidenziato i coordinatori provinciali di Cgil, Cisl e Uil unitamente alle Rsu dell’Agenzia delle Entrate del territorio agrigentino, ha ripercussioni assolutamente negative sulle strategiche attività istituzionali in tema di lotta all’evasione fiscale, ma anche nei servizi da rendere ai cittadini.
I sindacati chiedono interventi risolutivi, a tutela dei dipendenti, ma anche a garanzia degli interessi della collettività. Dopo l’assemblea ad Agrigento, alla quale hanno partecipato anche i rappresentanti delle sedi di Sciacca, Canicattì e Licata, la mobilitazione proseguirà il 23 gennaio prossimo con la manifestazione in programma presso la direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate della Sicilia.