La maggioranza non riesce ad approvare l'Esercizio Provvisorio che, in particolar modo, avrebbe consentito la spesa in dodicesimi fino a marzo e che, di conseguenza, è stato soppresso. Il governo va k.o. in modo anomalo poiché, in teoria, i numeri c'erano durante la seduta. Nel momento decisivo del voto, però, inaspettatamente, ben 7 deputati di maggioranza si sono trovati fuori dall'Aula per motivi vari, tra cui quello, a loro dire, delle necessità fisiologiche. Non era mai accaduto prima che l'Esercizio Provvisorio non fosse approvato. Questo costringe l'ente Regione a governare in gestione provvisoria ed a limitarsi a coprire unicamente gli importi per le spese obbligatorie. Nient'altro.
Non è la prima volta, durante il suo mandato, che il governo Musumeci si ritrova senza numeri. E' la prima volta, però, che questo accade in Aula con voto palese e nominale. Le altre volte era capitato in occasione di voti segreti. Per il deputato Claudio Fava si tratta di un episodio gravissimo ed invita il Presidente Musumeci a dimettersi perché non esiste una maggioranza di governo. Per Giuseppe Lupo del Pd il governo si è liquefatto e lo “dimostra perfino l'assenza dei deputati e componenti della giunta e del presidente ai lavori parlamentari”. Per il Movimento 5 Stelle, “il governo deve presentare nuovamente l'Esercizio Provvisorio con un testo snello eliminando il superfluo”. Per i grillini, “il testo bocciato era impresentabile e nemmeno la maggioranza e il governo hanno voluto difenderlo”.
A lanciare, soprattutto, l'allarme sono i sindacati, in particolar modo, la Cisal: “La soppressione rischia di rivelarsi un colpo mortale. Sono a rischio gli stipendi dei lavoratori LSU e Pip e, in generale, l'attività amministrativa verrebbe di fatto bloccata, colpendo gli enti locali. Una sciagura da evitare a tutti i costi”. Per l'assessore all'economia Gaetano Armao, non è successo nulla di grave perché il ddl sarà approvato nelle prossime sedute. Ovviamente il problema non è il modo in cui è pervenuta questa bocciatura, ma la sostanza, ossia il problema politico, i numeri risicati che rendono la maggioranza e il governo debole e sfilacciato. Si continua a vivacchiare da più di due anni, mentre da quasi un anno, dopo la tragica scomparsa di Sebastiano Tusa, non viene nominato il nuovo assessore ai Beni Culturali. L'interim più lungo della storia della politica regionale. Più che altro un modo per non indispettire nessuno degli alleati con una nomina che potrebbe essere contestato da questo o da quello.