nel corso dei quali si tratterà la mozione di sfiducia. Questo l'esito dell'attesa conferenza dei capigruppo che si è svolta stamattina. L'amministrazione Valenti ha chiesto che la mozione si discuta subito in aula, ossia già venerdì 31 gennaio, prima data utile dopo la presentazione del documento avvenuta lunedì scorso. A farlo è stata Francesca Valenti in persona, che ha voluto partecipare alla riunione. Obiettivo dichiarato da lei e dalla coalizione che la sostiene quello di fare chiarezza il prima possibile su temi, quelli contenuti nella sfiducia, tutti di strettissima attualità e meritevoli di chiarimenti. Il tentativo vero però è quello di stanare un'opposizione che, già con la sottoscrizione della stessa mozione con 10 firme e non 12, al momento potrebbe non essere del tutto compatta.
E, invero, se ad opporsi alla data del 31 gennaio sono stati quelli del centrodestra, ancora una volta controcorrente è andato Fabio Termine, per il quale una data vale l'altra, e chi non è a Sciacca può organizzarsi per venire. Chiaro il suo riferimento al pentastellato Alessandro Curreri, che (almeno teoricamente) dovrebbe essere tra i favorevoli. Ma Curreri torna a Sciacca solo il 3 febbraio.
La sua collega di partito Teresa Bilello in conferenza dei capigruppo ha chiesto che la discussione venga fissata per mercoledì 5 febbraio. Da diversi fronti (da Calogero Bono a Silvio Caracappa) è stata avanzata la richiesta al presidente Montalbano di indicare una data di convocazione della seduta consiliare che in qualche maniera garantisca la presenza in aula di tutti i 24 consiglieri comunali, vista la discussione su un tema così delicato.
Questione dei numeri da garantire in aula nella quale si è inserita la richiesta fatta a Montalbano dai Cusumaniani di scegliere una data compresa tra il 9 e il 18 febbraio. Richiesta non del tutto chiara, che potrebbe essere interpretata in modi diversi, a partire dalla necessità di qualche settimana in più o per rinegoziare un possibile riavvicinamento politico con la Valenti , o per trattare con il centrodestra in ottica elettorale post-sfiducia, anche se è nota la posizione della componente politica che si intesta all'ex parlamentare Giuseppe Marinello, che non sembra avere alcuna intenzione di far parte di uno schieramento di centrodestra che non abbia al suo interno solo ed esclusivamente le componenti tradizionali, quindi senza Nuccio Cusumano. Ma è anche all'interno della stessa componente di Italia Viva che la discussione ha preso un'altra piega. Tutto questo succede, fermo restando che gli ex Sciacca Democratica non hanno ancora fatto sapere se voteranno o meno la sfiducia, mentre Giuseppe Ambrogio appare sempre più irremovibile nella sua determinazione di tentare la scalata ad un posto di consigliere provinciale. Ambrogio che, peraltro, stamattina ha improvvisamente abbandonato la conferenza dei capigruppo, e che alla nostra richiesta di motivare questa sua decisione si è trincerato dietro un eloquente no comment.
In definitiva: sulla mozione la sfida della Valenti all'0pposizione che vorrebbe sfiduciarla dunque è dai connotati piuttosto chiari. Eppure, l'insistenza sul 31 gennaio potrebbe rivelarsi niente più che simbolica, soprattutto perché se dovessero mancare i numeri (e come si sa la ex maggioranza non li ha più da tempo) alla fine il dibattito sulla mozione verrebbe in ogni caso rimandato alle date gradite alle altre forze. La questione naturalmente è politica. La sfida è in atto. Se ne saprà di più nelle prossime ore. Il 19 febbraio è la data ultima possibile per l'inizio della trattazione in aula, a un mese esatto dalla presentazione, avvenuta lunedì scorso, che era il 20 gennaio. Affinché passi la sfiducia è necessario che a votarla siano almeno 15 consiglieri. Numero su cui, evidentemente, bisognerà ancora lavorare in maniera insistente.