contro Francesca Valenti. Una convocazione naturalmente destinata ad andare deserta, cosa che peraltro è nota già da tempo, così come lo era la stessa mattina di venerdì scorso, durante la conferenza dei capigruppo. Eppure il presidente di Sala Falcone Borsellino ha convocato ugualmente i lavori per oggi, accogliendo in tal senso la richiesta del sindaco Francesca Valenti, malgrado però le istanze che andavano in netto senso contrario provenienti dall'opposizione. Insomma a meno di sorprese che eventualmente sarebbero a dir poco clamorose, stasera non ci saranno i numeri sufficienti per il raggiungimento del numero legale. Gli occhi sono dunque già puntati sulla seduta di prosecuzione di lunedì 3 febbraio, momento nel quando basteranno 10 consiglieri presenti affinché la seduta sia valida. Ma siccome questa mozione di sfiducia si sta giocando tutta su una specie di partita a scacchi, fatta di mosse e contromosse per tentare di disorientare l'avversario, si sa già che quand'anche lunedì pomeriggio il numero legale sarà disponibile, dai banchi dell'opposizione si chiederà alla presidenza di mettere ai voti la richiesta di rinvio dell'esame della mozione ad un'altra data. Addirittura, il consiglio potrebbe tenersi ugualmente esaminando però gli altri punti all'ordine del giorno, rimandando così la discussione sulla possibile sfiducia ai giorni successivi. Il tema di fondo è che per i sottoscrittori della mozione il punto va trattato nel plenum dell'assemblea, ovvero con tutti e 24 i consiglieri eletti presenti regolarmente in aula, e non certo tra pochi intimi, magari con il tentativo della coalizione che sostiene l'amministrazione di sfruttare il numero legale disponibile e, dunque, con una mozione che potrebbe essere votata (e probabilmente bocciata) da poche persone.
Le trattative in atto stanno richiedendo naturalmente più tempo del previsto. Tutti sanno che solo il 3 febbraio torna a Sciacca Alessandro Curreri, che non ha firmato ufficialmente perché impedito dalla distanza la mozione di sfiducia, ma che eppure non sembra certo tra quelli che si stanno stracciando le vesti dalla fretta di poterla votare. E questo a dispetto di chi sostiene che non ci sarebbero dubbi di sorta sul suo consenso finale affinché la consiliatura venga interrotta. C'è poi la notissima questione dei Cusumaniani, che le voci di corridoio vorrebbero divisi, con il capogruppo Ambrogio che non sembra intenzionato, col sindaco, a mandare a casa anche se stesso, mentre al contrario Gianluca Guardino e Santo Ruffo sembrano pronti a dire sì alla sfiducia, e questo a dispetto della proclamata compattezza di Italia Viva, quella che sarebbe emersa dalla riunione al Giglio. Ma di situazioni al momento complicate ce ne sono altre, ecco perché si sta tentando di prendere un po' di tempo. Anche perché, se si vuole la presenza in aula di 24 consiglieri su 24, occorre cercare di incastonare la data sulla base singole esigenze personali di ciascuno. Se, infatti, per impegni di Santo Ruffo, il gruppo Cusumano ha chiesto di trattare il punto tra il 9 e il 18 febbraio, il forzista Lorenzo Maglienti ha fatto sapere che tra il 6 e l'11 sarà anche lui impegnato fuori sede. Giovedì 13 febbraio potrebbe essere la prima data più accreditabile tra quelle nelle quali potere affrontare il tema della sfiducia. Sarà stato raggiunto un accordo per quella data? Al momento non è facile potere dare una risposta. Si sa soltanto che quello in atto sembra il gioco del tiro alla fune, per tentare di incastonare il dibattito nella data gradita, per ragioni diverse, ai singoli consiglieri. Non si può negare però che tra le motivazioni opposte, ossia quelle favorevoli e quelle contrarie a questa mozione di sfiducia, trovarne qualcuna che non scaturisca da risentimenti da un lato, o ragioni personali e di orgoglio dall'altro, è un obiettivo che appare ancora di difficile decifrazione.