già da giorni al centro delle critiche per avere deciso, secondo l’opposizione, solo d’intesa con il sindaco e quel che resta della maggioranza, la data in cui trattare la mozione, nonostante fosse stata rilevata l’impossibilità di alcuni consiglieri di essere presenti. Ieri sera ha superato ogni limite per i consiglieri di centrodestra e la collega Cinzia Deliberto che denunciano un comportamento illegittimo, arbitrario e antidemocratico da parte di Montalbano annunciando la volontà di interessare gli organi competenti. Non rappresenta più tutto il Consiglio Comunale di Sciacca, sostengono, non avendo assunto il necessario atteggiamento di imparzialità. A generare la bufera è stata la decisione di Pasquale Montalbano di non consentire ieri sera l’intervento al consigliere Calogero Bono perché non previsto dal regolamento. Posizione contestata dall’opposizione di centrodestra e da Cinzia Deliberto. Il regolamento bisogna saperlo leggere integralmente, sostengono, facendo rilevare come sia consentito ai consiglieri di intervenire in ogni momento e a maggior ragione prima dell’apertura di un punto, in questo caso la mozione di sfiducia, per proporre la modifica della trattazione dello stesso, una mozione d’ordine o questioni pregiudiziali o sospensive sulle quali il consiglio è chiamato a pronunciarsi a maggioranza.
Il consigliere Bono, evidenziano, aveva chiesto di intervenire proprio per proporre il rinvio della seduta a causa delle già comunicate assenze di alcuni consiglieri.
Dunque, è guerra anche sui regolamenti comunali, non solo sulla prospettata decadenza della mozione di sfiducia per la quale centrodestra e Cinzia Deliberto dichiarano che, al di là delle interpretazioni di un parere che risale al 2004, il problema non sussiste perché la mozione può e sarà ripresentata. Al presidente del Consiglio Comunale già stamattina hanno richiesto la convocazione immediata della conferenza dei capigruppo.
Intanto a sostegno di Montalbano sono scesi in campo i sette colleghi di maggioranza che respingono al mittente le accuse e lo invitano a proseguire serenamente nel suo impegno istituzionale , certi delle sue capacità di equilibrio e di terzietà.
Non comprendiamo, scrivono, dove stia il comportamento antidemocratico o partigiano da parte di un presidente del consiglio comunale che fino a prova contraria ha sempre garantito il massimo equilibrio e la massima correttezza nella gestione del dibattito politico e democratico all'interno dell'aula e che anche ieri sera, concludono, ha solamente applicato quanto stabilito dal regolamento che disciplina i lavori in aula.