in qualche maniera, le riserve in ordine alla stessa mancata sua firma sulla mozione di sfiducia presentata il 20 gennaio. Troppe incertezze, troppa fretta, la gatta frettolosa non poteva che fare i gattini ciechi. Dirimente, per Bentivegna, la mancanza dei numeri preventivi perché la mozione potesse avere successo. Poi Bentivegna si toglie qualche sassolino dalla scarpa: “Sono stato attaccato e giudicato male solo per avere detto la verità, ovvero che sarebbe stato inutile presentare una mozione senza la certezza di raggiungere il quorum necessario come previsto, ovvero 15 voti”. Guarda già all'idea che la mozione, quand'anche quella non discussa l'altra sera fosse decaduta, possa essere ripresentata. Per Bentivegna, visto come stanno le cose, si rischia solo di ripetere lo stesso errore già fatto. Non pensa, Bentivegna, che le dichiarazioni dello stesso Curreri siano quelle di un consigliere pronto a votare la sfiducia. Sono poi ancora intatte le incertezze su come voterebbero la sfiducia i Cusumaniani. Insomma: Bentivegna firma la mozione a condizione che venga presentata da almeno 15 consiglieri. Se così non sarà sarebbe solo una perdita di tempo.