È questo uno dei passaggi salienti di un intervento (affidato alla sua pagina Facebook) firmato da Carmelo Brunetto, ex assessore della Giunta Valenti, costretto a sacrificarsi e a dimettersi nell'ambito del "gioco di squadra" all'interno del gruppo Cusumano dopo la rottura generata dal no del sindaco alla nomina di Gianluca Guardino.
"Non possiamo più continuare - scrive Brunetto - ad essere gli uni contro gli altri armati per anacronistici steccati di antiche rivalse e mai cessate ostilità, perché chi ne paga le conseguenze è solo la nostra città e i nostri concittadini. È il momento di dire basta". Ad opinione dell'ex assessore Brunetto, oggi devono essere assunte decisioni importanti che riguardano problemi ed emergenze di ogni tipo, che consolidano un quadro di fragilità sociali, strutturali e di progetto che ha, anche, compromesso la ripartenza di significative risorse per il nostro futuro. "Oggi - scrive l'avvocato Brunetto - è necessaria una elaborazione di idee per il futuro da incastrare in percorsi di pensiero e di valore. Risulta, infatti, prioritaria la ricerca di soluzioni condivise, con una solida ed essenziale base programmatica, con scelte ed iniziative che rimuovano l'infelice stallo delle Terme, dell'apertura del Cansalamone e della rimozione dei rischi connessi alla realizzazione dell'impianto di biomasse che tanto preoccupa la città". Quella che Brunetto invoca è dunque una visione politica nuova, che offra la bussola di orientamento per prendere scelte di ampio respiro, con la stella polare di evitare traumi indicibili alla nostra città e ai cittadini tutti. "Tutto ciò - scrive - può essere recuperato con una nuova missione che abbatta gli steccati di cui sopra e alimenti un campo largo di nuove condivise responsabilità, attraverso l'apertura (il riferimento è alla giunta) a rappresentanze consiliari responsabili che abbiano a cuore le sorti della nostra città". Insomma: sembra, con la dichiarazione di Brunetto, che Italia Viva abbia abbandonato (ammesso e non concesso che avesse intenzione di perseguirla) la strada della possibile adesione alla mozione di sfiducia.