E’ questa l’obiettivo che sta impegno l’Assemblea Territoriale Idrica della provincia di Agrigento, presieduta da Francesca Valenti e della quale fanno parte tutti i sindaci del territorio.
Siamo nella fase clou, quella che dovrà portare all’approvazione dello statuto della Azienda che dovrà occuparsi della gestione pubblica dell’acqua. La bozza di statuto è pronta e proprio ieri è stata al centro di una riunione voluta dal sindaco di Sciacca e presidente dell’Ati Francesca Valenti con la commissione consiliare per l’emergenza idrica che fu istituita nel dicembre 2017. Riunione che è stata aggiornata al 17 febbraio alle ore 16, a causa anche delle assenze di diversi componenti. L’obiettivo è quello di analizzare e discutere la bozza di statuto dell’Azienda Speciale Consortile prima che venga trasmessa ai 43 consigli comunali della provincia di Agrigento per l’approvazione. Ogni eventuale modifica in quella sede comporterebbe, infatti, la necessità di riproporre lo statuto, quindi, riprendere l’iter. Il rischio è di dilatare oltremodo i tempi di approvazione del documento che dovrà disciplinare l’attività dell’Azienda. Il comitato Inter.Co.PA , coordinato da Franco Zammuto che ieri ha partecipato alla riunione, evidenzia che ci si trova di fronte all’ultimo fondamentale passaggio per realizzare in provincia la gestione pubblica del servizio idrico integrato e come sia auspicabile una celere approvazione dello statuto da parte di tutti i consigli comunali della provincia. Approvato lo statuto, l’Azienda Speciale Consortile potrà entrare nella fase operativa. L’assemblea dei sindaci dell’Ati procederà alla nomina dei tre componenti del Consiglio di Amministrazione dell’Azienda che poi procederanno alla scelta del presidente, ma la gestione vera e propria del servizio idrico sarà in capo ad un direttore che rimarrà inb carica per 3 anni, con possibilità di rinnovo dell’incarico. Si lavora dunque per superare la gestione commissariale, ma non mancano le novità sul fronte della battaglia legale avviata da Girgenti Acque e dalla Hydortecne contro l’interdittiva antimafia che di fatto ha decretato l’estromissione del privato dalla gestione del servizio idrico in provincia di Agrigento. Il Consiglio di Giustizia Amministrativa accogliendo il ricorso presentato dalla Hydortecne ha stabilito che entro il prossimo 20 aprile la Prefettura di Agrigento dovrà rianalizzare il provvedimento, ossia l’interdittiva antimafia, alla luce di alcune novità emerse nei mesi scorsi. Il riferimento è ad un provvedimento dell’Autorità nazionale anti corruzione che ha archiviato un procedimento avviato nei confronti di Girgenti Acque in relazione a una presunta violazione delle regole del subappalto. E’ stato anche fatto rilevare che per la Hydortecne nel procedimento interdittivo non ci sarebbero contestazioni connesse ai rapporti con la criminalità organizzata, come nel caso di Girgenti Acque.