È questo il contenuto del parere del segretario generale del comune di Sciacca, la dottoressa Alessandra Melania La Spina, fornito al presidente del Consiglio comunale Pasquale Montalbano, che lo scorso 6 febbraio aveva chiesto di sapere quale fosse il destino della mozione di sfiducia a seguito del venire meno del numero legale nella seduta di prosecuzione del 3 febbraio. Caducata è un termine giuridico che corrisponde alla definizione dell'atto “nullo e inefficace”. Quindi, la mozione firmata da 10 consiglieri e presentata lo scorso 20 gennaio è ormai da considerarsi archiviata. Di conseguenza, nel caso in cui l'opposizione volesse insistere su questo versante, dovrà eventualmente presentarne un'altra.
Una risoluzione, quella della segreteria generale del comune, che si basa, stando a quanto si apprende, ad un parere del ministero dell'Interno risalente al 2004. Novità, le ultime, che Pasquale Montalbano proprio ieri sera si è premurato di notificare ai consiglieri comunali, nella fattispecie a quelli che avevano contestato sin da subito le osservazioni fatte dal sindaco Valenti e relative proprio ad un percorso, quello della mozione di sfiducia, che si poteva considerare dunque decaduto.
Ma giusto ieri mattina, con quello che è stato definito “atto di significazione” (altra terminologia strettamente legale che, evidentemente, sta caratterizzando la questione) firmato da 8 consiglieri comunali del centrodestra, era stata richiesta al presidente di Sala Falcone Borsellino l'immediata riconvocazione dei lavori, lamentando la presunta mancanza di chiarezza da parte dello stesso Montalbano, tornando così a contestare le decisioni del presidente assunte nel corso della seduta di lunedì 3 febbraio, essenzialmente nella parte in cui non ha permesso al consigliere Calogero Bono di chiedere il rinvio della seduta. Consiglieri comunali i quali, malgrado il pronunciamento della dottoressa La Spina, continuano a tentare di rianimare una mozione di sfiducia che, probabilmente però, se è finita in coma è stato non certo solo per questioni procedurali, ma soprattutto per ragioni politiche. Già ieri sera stessa, pochi minuti dopo che Pasquale Montalbano aveva comunicato il venir meno dell'efficacia della mozione presentata, gli otto consiglieri comunali firmatari del predetto atto di significazione sono tornati a rivolgersi al presidente, sottolineando che la comunicata conclusione del segretario generale è stata solo sintetizzata dallo stesso capo di Sala Falcone Borsellino, e che, di conseguenza, considerato che è assolutamente indispensabile conoscere l’avviso del segretario generale nella sua interezza, si rende necessaria la trasmissione con immediatezza di copia della nota integrale a firma del segretario, con riserva di ulteriori iniziative a tutela della corretta regolamentazione del Consiglio Comunale. Per i consiglieri la nota del presidente è dunque manchevole di chiarezza e priva di un reale parere.
Dicevamo però della questione politica. Il no, che ai più appare definitivo, dei Cusumaniani sulla sfiducia, oltre ai numerosi dubbi serpeggianti anche tra chi è all'opposizione, sembra non lasciare grande spazio ad ulteriori margini, non al momento almeno, e sicuramente non nella prospettiva (ad oggi fallita) di accelerare i tempi per tentare addirittura, in caso di successo dell'operazione, di intercettare la scadenza elettorale già fissata del prossimo mese di maggio.