E’ stata convocata dalla presidente , la parlamentare agrigentina Giusy Savarino, su richiesta del collega Matteo Mangiacavallo e dei sindaci della provincia.
Sarà presente l’assessore Pierobon, il prefetto di Agrigento, una delegazione dei sindaci dell’Ati e il commissario ad acta nominato dalla Regione. Nella stessa giornata, poi, ci sarà un confronto anche con il commissario straordinario per la progettazione, l’affidamento e la realizzazione dei lavori di adeguamento delle reti idriche e fognarie Enrico Rolle.
La questione commissariamento dell’Ati di Agrigento sta animando la politica agrigentina, ma non solo. Una forte presa di posizione arriva oggi dal Forum Siciliano dei Movimenti per l’acqua pubblica. Il timore espresso è che, a partire dalla provincia di Agrigento, il privato messo alla porta possa essere fatto rientrare dalla finestra. Timore che scaturisce da alcune considerazioni . Innanzitutto il fatto che la Regione non abbia commissariato alcune ATI, ad esempio quelle che hanno ancora gestori privati, adottando invece il provvedimento nei confronti di quelle che sono più avanti e che hanno già avviato il processo per una gestione pubblica dell’acqua, ossia le Assemblee Territoriali Idriche di Agrigento e Palermo.
Il caso Agrigento, scrive Antonella Leto coordinatrice del Forum Siciliano per l’acqua pubblica, è per molti versi emblematico perchè l'ATI è stata tra le prime a costituirsi in Sicilia, a deliberare per la risoluzione del contratto per inadempienze del gestore in seguito raggiunto dall'interdittiva antimafia del Prefetto che ne ha commissariato la gestione; ed è soprattutto l'unica ATI a livello nazionale ad aver già deliberato per la futura forma di gestione interamente pubblica attraverso la costituzione dell’Azienda Speciale Consortile della quale ha già predisposto lo statuto.
Dunque non vengono commissariate le ATI con gestione privata dell’acqua, ma quelle che hanno già svoltato verso una gestione pubblica. Non solo. Per il Forum Siciliano dei Movimenti per l’acq ua pubblica è inquietante anche la progressione temporale degli eventi. Il 27 settembre 2019 l'ATI di Agrigento delibera per la forma di gestione attraverso la costituzione di una azienda speciale consortile, il 10 ottobre viene diffidata dalla Regione. Il 19 dicembre del 2019 la Regione dispone il finanziamento di 2 milioni di euro del Patto per il Sud per finanziare l’aggiornamento dei piani d’ambito da parte delle Ati per poi commissariare alcune di queste il 5 febbraio scorso. Sarebbe stato piu’ logico prima stanziare i fondi e diramare le linee guida attraverso cui spenderli e poi diffidare le Ati che fossero risultate inadempienti.
Peraltro, l’aggiornamento dei Piani d'Ambito, l'individuazione del gestore unico provinciale e l'attribuzione della gestione del Servizio Idrico Integrato devono completarsi entro il 1° gennaio 2021 per poter accedere ai finanziamenti della programmazione 2021/27 e il timore è che gli ingentissimi finanziamenti pubblici per l'adeguamento degli impianti e delle ret possano finire ancora una volta nelle mani dei privati. Rischio che il Forum dell’acqua pubblica intravede nella logica della gestione commissariale del piano d’ambito. Gli interessi economici in campo sono molto forti, dichiara Antonella Leto, ma superiori devono essere quelli dei cittadini e dei territori che ogni sindaco rappresenta. Insomma una chiara e forte contestazione al commissariamento di alcune Ati, tra cui quella di Agrigento.