poi hanno individuato in Pasquale Montalbano il capro espiatorio perfetto per un autentico depistaggio politico, nel tentativo di spostare l'attenzione del cittadino dal merito vero della questione”. È questa la conclusione a cui sono giunti i consiglieri comunali che sostengono l'amministrazione guidata da Francesca Valenti nel dibattito (a colpi di note legali) sulle modalità di conduzione della seduta consiliare del 3 febbraio. In una nota firmata dai consiglieri Vincenzo Bonomo, Simone Di Paola, Ezio Di Prima, Elvira Frigerio, Valeria Gulotta, Fabio Leonte ed Alberto Sabella, si stigmatizzano quelle che vengono definite “aggressioni verbali da parte di 8 consiglieri comunali del centrodestra nei confronti del presidente del Consiglio comunale”.
Appare chiaro, ai firmatari della nota (dove manca la firma di Paolo Mandracchia) come i protagonisti di questa azione abbiano gestito male la mozione di sfiducia, negli argomenti, nelle contestazioni e nei numeri, tanto da fare emergere il terrore, da parte degli stessi firmatari, di metterla in discussione quando se ne è presentata l'opportunità di farlo, ben sapendo che la stessa non sarebbe mai passata.
Insomma, per la coalizione Valenti il tentativo è stato quello di fare in modo che la città parlasse di altro, che fosse distratta da altri temi, nella speranza di farle dimenticare una delle pagine politiche più tristi degli ultimi anni.
Per i consiglieri che sostengono l'amministrazione, una mozione di sfiducia, data la solennità e la gravità della questione, va presentata quando questa ha solide basi argomentative e numeriche per essere trattata e messa in votazione. “Quando invece gli stessi presentatori fanno di tutto per prendere tempo, pur di non discuterla (chiaro il riferimento alla richiesta di rinviarla), emerge tutta la fragilità della proposta.
Ecco allora - sostengono Bonomo, Di Paola, Di Prima, Frigerio, Gulotta, Leonte e Sabella - che bisognava trovare il diversivo ed un "cattivo" contro cui prendersela. Da qui l'attacco a Pasquale Montalbano, a cui – dicono i consiglieri – non può essere contestata la sua assoluta terzietà e capacità di equilibrio e di giudizio”. Per i consiglieri, dunque, il presidente Montalbano ha interpretato il regolamento alla perfezione, ed è questa la risposta a coloro che ieri lo hanno definito non più legittimato nel suo ruolo.
“Il presidente Montalbano – scrivono i consiglieri -resta al suo posto a svolgere le proprie funzioni come ha sempre fatto, con pacatezza e moderazione, e non ha bisogno di vedersi riconosciuta alcuna legittimazione da parte di nessuno, in quanto tale legittimazione gli proviene dall'elezione che lo ha visto elevarsi alla guida dell'aula.
L'invito agli 8 colleghi del Centrodestra è a cessare nel preseverare in una linea di condotta che non produce e non porta nulla alla città, la quale al contrario chiede, anzi, pretende, che si ritorni a parlare delle questioni vere e non del solito, inutile "sesso degli angeli".