che sancisce la sostanziale destituzione di Girgenti acque dalla gestione di ben sette depuratori. Impianti che la magistratura ha dunque ritenuto di affidare al Direttore Generale del Dipartimento Acqua e Rifiuti della Regione Sicilia Maurizio Pirillo, nominato anche amministratore giudiziario. I depuratori sono quelli di Agrigento Villaggio Mosé, Cattolica Eraclea, Licata, Montallegro, Realmonte, Siculiana e Agrigento Sant'Anna. Quest'ultimo è stato sequestrato nelle scorse ore, mentre il sequestro di quelli precedenti risale ai mesi scorsi. I pubblici ministeri Silvia Baldi e Alessandra Russo, nell'ambito dell'inchiesta coordinata dal procuratore capo in persona Luigi Patronaggio, hanno ritenuto di dover procedere in tal senso in considerazione di quelle che vengono definite "condizioni critiche in cui versano gli impianti e dell'accertato complessivo inadempimento da parte della Girgenti Acque Spa delle prescrizioni imposte nei decreti di sequestro preventivo e nei successivi decreti modificativi. Prescrizioni – sostiene la Procura - che erano state a suo tempo individuate dal Gip al fine di consentire all'ente gestore di porre rimedio in via autonoma alle gravi inefficienze depurative e strutturali riscontrate". Insomma: secondo la magistratura Girgenti acque ha posto in essere violazioni gravi degli obblighi assunti con la convenzione di gestione del servizio idrico integrato e la situazione globale in cui versa il sistema depurativo della provincia di Agrigento a seguito della scadenza dei termini assegnati per l'adempimento delle prescrizioni hanno imposto la sostituzione dell'attuale gestore nella conduzione degli impianti. Vicenda che ha dunque del clamoroso. Anche il depuratore di Ribera è stato oggetto di un'indagine da parte della competente procura della repubblica di Sciacca. Vicenda che registra già le prime reazioni. A giudizio dell'associazione L'Altra Sciacca il provvedimento della magistratura agrigentina apre scenari finora impensabili e scopre falle nel sistema di gestione che pongono ulteriori dubbi sulla corretta applicazione della tariffa nella nostra Provincia. Da qui la riproposizione dei temi di sempre: dalla riscossione a giudizio del sodalizio non dovuta del canone di depurazione da parte di Girgenti acque alla sicurezza effettiva della costa a fronte di impianti che, evidentemente, non funzionavano. Sotto accusa finisce anche l'ATI, che secondo l'Altra Sciacca non avrebbe fatto quanto avrebbe dovuto.