È questa una delle diverse precisazioni, tese evidentemente a minimizzare l’entità del dibattito sul presunto focolaio da Covid-19 al Giovanni Paolo II, contenute in una nota firmata stamattina dal direttore sanitario Gaetano Migliazzo al termine di un vertice con tutti i primari dell’ospedale di Sciacca. I quali
“Dei 18 positivi – chiarisce Migliazzo - solo 4 manifestano una sintomatologia specifica e sono stati posti in isolamento ospedaliero, mentre gli altri 14 soggetti risultano ad oggi asintomatici e altresì posti in quarantena obbligata di14 giorni al proprio domicilio con sorveglianza sanitaria costante per il monitoraggio delle condizioni cliniche”.
Fanno notare, dall’ospedale, che questa percentuale è sensibilmente inferiore rispetto alla media nazionale tenendo conto della popolazione sottoposta a tampone. E' evidente, sostengono il dottore Migliazzo e i primari dell’ospedale, che il maggior numero di tamponi positivi (rispetto ad altre località della provincia) è legato al maggior numero di tamponi effettuati come sorveglianza sanitaria, quella prevista dal decreto del presidente Conte, in ragione del fatto che presso il P.O. di Sciacca si è riscontrata la positività del paziente n. 1 della provincia di Agrigento (il riferimento è chiaramente alla dottoressa della Medicina). È stato per questo motivo, dunque, che tutti i soggetti che hanno avuto un contatto stretto con lei, in quanto operatori di servizio pubblico essenziale (SSR), non potendo essere posti in isolamento volontario, stante la normativa vigente, devono effettuare il tampone.
Ancora, i vertici dell’Asp spiegano che negli ultimi 8 gg non si sono registrati nuovi ricoveri per pazienti affetti da infezione da Coronavirus, che al momento sono presenti presso l'Unità operativa di Medicina solo 2 pazienti positivi non trasferibili, entrambi in condizioni stabili e senza necessità di assistenza intensiva in rianimazione. Reparto di Medicina che viene mantenuto in quarantena.
Si apprende, inoltre, che l’ospedale di Sciacca si sta organizzando per eventuali altri ricoveri, predisponendo una apposita area dove poter ospedalizzare soggetti positivi al Covid19 sintomatici.
Al momento al Giovanni Paolo II sono ricoverati 95 pazienti, molti dei quali non trasferibili in quanto degenti in reparti non disponibili altrove, cosa che deve far comprendere come non sia ipotizzabile la chiusura dell’ospedale.
Ma è riguardo alla dottoressa della Medicina che il direttore sanitario Migliazzo e i primari dell’ospedale garantiscono quella che viene fuori come una “difesa d’ufficio”, sentendo la necessità di dubitare che sia stata proprio lei a diffondere il virus. A spiegarlo sarebbe quello che si considera un numero basso di contagiati. Anzi: del medico vengono esaltati, e addirittura plauditi, l’intuito e la professionalità per avere confinato l’infezione soltanto alla Medicina.