potrebbe diventare un mega reparto da almeno una sessantina di posti letto disponibile per eventuali pazienti affetti da Covid 19. Sarebbe questo l'orientamento del commissario ad acta Alberto Firenze già approvato dall'assessore Ruggero Razza. Un'ipotesi che dunque archivierebbe in maniera definitiva la possibilità di trasformare in nosocomio Covid il Fratelli Parlapiano di Ribera. Ma quella che vi stiamo rassegnando resta un'ipotesi per la quale, evidentemente, si attende ancora la conferma, in un quadro generale in cui l'ospedale di Sciacca, dopo i casi positivi accertati tra le corsie della Medicina, continua ad essere pesantemente sotto stress. E così, in mancanza di notizie ufficiali, che le fonti accreditate continuano a centellinare come se fosse la cicuta, a primeggiare sono le indiscrezioni, una delle quali riferisce di un presunto paziente saccense che sarebbe già risultato positivo al Coronavirus e tuttora ricoverato proprio in Medicina. Paziente che, peraltro, sarebbe stato preso in carico da un personale sanitario in servizio piuttosto preoccupato di potere venire contagiato. E mentre si attendono notizie certe sul numero di tamponi effettuati in ospedale dopo il primo blocco di 250, e sui riscontri circa il loro esito, le notizie ufficiali, quelle che il prefetto di Agrigento Dario Caputo si premura ogni giorno di comunicare in videoconferenza al posto di un'Asp di Agrigento piuttosto muta, sono sempre retrodatate e, dunque, mentre vengono fornite ai giornalisti, rischiano di essere già ampiamente superate. È evidente, così, che potrebbero già essere più dei 45 certificati (tra cui 18 a Sciacca e 6 a Ribera) i casi di persone risultate positive al Coronavirus, in un bilancio generale nel quale pesano come macigni già quattro morti.
Ma tra chi ritiene che l'ospedale di Sciacca attraversi ancora una fase di stress non ancora risolta c'è anche il segretario della Camera del lavoro Franco Zammuto, per il quale, da quando il 5 marzo è esploso il primo caso di Covid 19, non è cambiato nulla, e quello a cui si è assistito è stato solo un polverone di interventi, tra cui la nomina di un commissario ad acta sprovvisto dei poteri necessari. E così - ragiona Zammuto - alla fine, come diceva Tomasi di Lampedusa, è cambiato tutto perché nulla cambiasse. "Il personale sanitario che opera nel nostro nosocomio - denuncia il segretario della CGIL - ad oggi non ha ricevuto né mascherine né altro che possa rappresentare quelle garanzie di salute e sicurezza necessarie per operare in tranquillità". Ancora, per il sindacalista, il "Giovanni Paolo II" continua a ricevere pazienti contagiati dal coronavirus senza che la struttura sia attrezzata per la cura di questa malattia e senza avere i farmaci. Fatto questo che mette a rischio tutte le altre unità operative e sulla quale la direzione della ASP di Agrigento (ancora peraltro sprovvista di un manager su cui, evidentemente, la politica non ha ancora trovato l'accordo) non ha assunto alcuna decisione né, tanto meno, provvedimenti chiari e rapidi per garantire tutto il personale sanitario e amministrativo che opera nel Giovanni Paolo II° di Sciacca e con esso tutti i cittadini del territorio.
Situazione di difficoltà generalizzata, nella quale continuano a crescere in Sicilia i numeri di nuovi contagi. L'assessore Razza ha fatto sapere che sono quasi 40 mila le persone rientrate in Sicilia dal nord e che si sono registrate nella piattaforma della Regione. Non tutti lo hanno fatto, e i molti contagi che si stanno registrando sono stati causati proprio da chi è rientrato. E la stima sui possibili contagi potrebbe raggiungere un picco che per il livello del nostro servizio sanitario è spaventoso, ossia 7000 contagi. La Regione punta a rendere disponibili ulteriori 500 posti di terapia intensiva. Il problema di fondo rimane la mancata osservanza dei comportamenti corretti. Cosa che ieri ha indotto il responsabile dell'Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro a lanciare un vero e proprio allarme per ciò che potrà accadere. Comportamenti scorretti rivelati ancora una volta da questi filmati, che registrano una concentrazione di vetture nel traffico di Sciacca, anche agli svincoli con la scorrimento veloce, che non possono essere considerati normali in una fase di emergenza come quella che stiamo attraversando.