e i sindaci della provincia ai quali sono state sostanzialmente rassegnate decisioni già prese. E così, al culmine di un negoziato lunghissimo, è venuto fuori che i posti letto per pazienti contagiati da Covid-19 saranno ricavati tra le corsie ospedaliere del Giovanni Paolo II e del San Giovanni di Dio, in accoglimento della richiesta dei medici anestesisti e rianimatori. Si parte subito con 60 degenze, 35 ad Agrigento, 25 a Sciacca. Rimane sul tappeto il problema delle terapie intensive. 7 in tutta la provincia sono insufficienti. Due quelle di Sciacca, ricavate dalle sale operatorie. L’obiettivo è quello di averne 23. Ma mancano i ventilatori. Si lavora ai percorsi dedicati e alla separazione tra i reparti anti Covid e gli altri reparti. Il sindaco di Sciacca invoca procedure che rendano sicuro l’ospedale. Sono contraria a qualsiasi ipotesi di trasferimento di pazienti ricoverati negli altri reparti in ospedali diversi. Il sindaco di Sciacca infine denuncia: “Nella riunione di ieri ci siamo detti le stesse cose che ci eravamo già dette un mese fa”. Un modo per evidenziare che si va troppo a rilento nelle decisioni da assumere, che il coronavirus non aspetta certo i tempi della burocrazia, che in Sicilia rispetto alla Lombardia fino ad oggi le cose per fortuna sono state gestibili.,