per l’ennesimo stop alla raccolta legato alla saturazione dell’impianto di compostaggio di contrada Santa Maria e arriva la protesta del sindaco Francesca Valenti nei confronti delle ditte che gestiscono i servizi del piano Aro, ma soprattutto dei responsabili di Sogeir che gestiscono l’impianto. Non è accettabile che nel pieno dell’emergenza coronavirus la città di Sciacca sia costretta a subire continui disservizi, ha denunciato il sindaco nella nota trasmessa anche al Prefetto di Agrigento, evidenziando peraltro come il comune di Sciacca sia quello che contribuisce maggiormente ai costi di gestione della struttura e con pagamenti puntuali. Un chiaro riferimento ad altri comuni che come è noto non sono altrettanto solerti, pure usufruendo del centro di compostaggio. Francesca Valenti, nella nota, fa riferimento ad un approccio poco collaborativo, si aspettava in questo particolare momento soluzioni alternative , sia pure in via assolutamente temporanea ed emergenziale, che pure in passato sono state adottate. Non certamente il blocco del ritiro dell’umido e a pochi giorni dall’ultimo disservizio che peraltro aveva riguardato sempre il comune di Sciacca.
Le famiglie saccensi, ha aggiunto, non possono subire anche questo, già provate dall’emergenza Covid-19 e dalle conseguenti restrizioni che si sono rese necessarie, ma che generano ugualmente situazioni di stress.
Per non dire che la città in questo momento non può certamente permettersi ulteriori problemi igienico-sanitari connessi al mancato ritiro della frazione umida dei rifiut. Dunque, una protesta formale assieme alla richiesta di un approccio diverso e maggiormente collaborativo da parte delle ditte che gestiscono il servizio e dei responsabili di Sogeir Impianti.
La raccolta dell’umido a Sciacca riprenderà regolarmente sabato. Il sindaco ha dichiarato di avere avuto garanzie in tal senso, ma il problema della saturazione dell’impianto rimane sempre dietro l’angolo e non è certamente una novità. E’ paradossale,oltre che gravissimo, intanto, che non sia stata ancora risolta la questione del ritito della spazzatura alle famiglie saccensi in quarantena. In pratica alle persone positive al Covid-19 o a quanti sono in isolamento fiduciario nelle loro abitazioni già da settimane era stato imposto di non fare la differenziata, ma di conferire tutta la spazzatura in un unico sacchetto, come indifferenziata. Il problema è che nessuno fino ad oggi ha effettuato il ritiro e i sacchetti sono diventati sacchi enormi che queste persone si trovano costretti a tenere in casa in attesa che si decida chi deve ritirarli e dove devono essere conferiti. Tra l’altro, con una ordinanza del presidente della Regione vengono considerati come “rifiuti speciali”. Dunque, non possono essere ritirati dalle ditte che gestiscono il piano Aro e non possono essere conferiti assieme all’indifferenziata del resto della città di Sciacca. Nel corso della videoconferenza tra Asp, sindaci e assessore regionale alla salute, per le questioni sanitarie relative alla provincia, era stato affrontato anche questo problema e l’assessore Razza ha avuto modo di chiarire che il servizio di ritiro e smaltimento per le famiglie in quarantena deve essere assicurato dall’Asp che, tra l’altro, ha già una convenzione con una ditta specializzata nella gestione dei rifiuti speciali. Problema risolto? Per nulla. L’Asp che pure aveva preso atto delle indicazioni dell’assessore regionale alla sanità ha ieri comunicato che, in attesa di definire le procedure, siano i comuni ad occuparsi della questione. Insomma un classico esempio di scaricabarile che, però, in questo frangente è intollerabile perché stiamo parlando di famiglie saccensi che già vivono il dramma del contagio o comunque della quarantena preventiva e si trovano anche a dover gestire la spazzatura di settimane nelle proprie abitazioni.