In Sicilia, secondo quanto disposto dal presidente Nello Musumeci diventa obbligatorio indossarle per quanti operano all’interno di esercizi commerciali di vendita e distribuzione di generi alimentari, anche all’aperto. Obbligatorio anche l’utilizzo di guanti monouso o in alternativa di gel disinfettante, con una frequente pulizia della mani. Mascherine obbligatorie anche nei luoghi dove non è possibile mantenere la distanza di un metro tra le persone e, se proprio la mascherina non si trova, occorre comunque coprire naso e bocca con sciarpe e quanto altro può essere utilizzato in sostituzione. Uso della mascherina che non viene, dunque, esteso a tutti, come si paventava nei giorni scorsi e come disposto da altri governatori, ma per la semplice ragione che sarebbe stato un obbligo impossibile da rispettare, visto che questi presidi di sicurezza sono diventati di fatto merce rara.
L’ordinanza del presidente della Regione imprime poi una ulteriore stretta della misure di contenimento del Coronavirus già in vigore nell’isola. Dispone, infatti, che le uscite per gli acquisti essenziali, ad eccezione di quelle per i farmaci, siano limitate ad una sola volta al giorno e ad un solo componente del nucleo familiare. Provvedimento, questo, che a Sciacca è stato anticipato dal sindaco Francesca Valenti ed è già in vigore da diversi giorni, mentre a Ribera Carmelo Pace è andato anche oltre, prevedendo che si possa fare la spesa solo una volta a settimana.
Andiamo alla Pasqua. Il presidente della Regione ha confermato la chiusura domenicale e nei giorni festivi di tutte le attività di vendita di generi alimentari, ma aggiungendo il divieto della consegna a domicilio. Disposizione, anche questa, anticipata a Sciacca da una apposita ordinanza firmata nei giorni scorsi dal sindaco Valenti. Domenica di Pasqua e lunedì dell’Angelo saranno chiuse tutte le attività, ad eccezione delle farmacie di turno e delle edicole e quest’ultime solo fino alle 13, e non sono consentite le consegne a domicilio.
Contro questa disposizione era arrivato l'appello della Cna, che chiedeva al governatore una deroga per Pasqua e Pasquetta per permettere alle attività di ristorazione di rifiatare.
Per il resto quella che viene definita “la stretta di Pasqua” del governatore Musumeci conferma la chiusura di parchi, ville, giardini e il divieto di gite fuori porta o di spostamento nelle seconde case e verso luoghi di villeggiatura. Si dovrà rimanere a casa perché i controlli saranno particolarmente serrati.
Musumeci, inoltre, rilancia sulla chiusura dello Stretto: da domani al giorno di Pasquetta il transito via mare dalla Sicilia alla Calabria e viceversa è consentito solo ai pendolari, agli operatori sanitari e agli appartenenti alle forze dell'ordine e alle forze armate. L'unica eccezione consentita è per i “comprovati motivi di gravità e urgenza”.