Un risultato che comunque ha lasciato una spaccatura anche all'interno della magistratura contabile: non tutti i magistrati, infatti, erano favorevoli nel rilasciare l'esito positivo. Per la prima volta nella storia, si è giunti davvero ad un passo dalla bocciatura del rendiconto. Si tratta, in ogni caso, di una manovra lacrime e sangue. Il governatore Crocetta e l'assessore regionale Baccei ritengono di aver salvato i conti della Sicilia coprendo il buco da 2 miliardi di euro che ritengono di aver trovato all'atto del loro insediamento. I contabili hanno sostanzialmente dato il via libera pur tenendo in piedi una miriade di dubbi e perplessità legate soprattutto ai debiti delle società partecipate ed ai vari contenziosi ancora in essere.
L'amministrazione regionale avrebbe almeno 6 mila cause pendenti, alcune delle quali a forte rischio di esito negativo. Inoltre, per quelle cause in cui si vada verso un esito positivo, c'è il rischio concreto della mancata esigibilità delle somme. In sintesi, la Regione avrebbe messo in bilancio soldi che potrebbe non incassare mai. Non è tutto. L'ente regionale, per volere dei giudici, dovrà farsi carico di un buco in essere all'AST, l'azienda siciliana trasporti. I gruppi di opposizione, così, sono tornati all'attacco. Per il Movimento 5 Stelle: i rilievi dei magistrati testimoniano che i conti regionali non sono in ordine e che Crocetta continua a fare il gioco delle tre carte. Il governo, invece, parla di risanamento messo in atto ed approvato dai contabili. La consueta visione del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, a seconda delle prospettive con cui si affronta una questione. Ciò che resta, al momento, è un'Assemblea Regionale Siciliana bloccata, dove l'ultima votazione utile risale addirittura allo scorso 29 aprile. Poi più niente.