in ottemperanza alle disposizioni governative per il contenimento del COVID-19.
Dopo essermi consultato con la Segreteria della Conferenza Episcopale Italia, ha scritto il cardinale Montenegro, ritengo opportuno riconfermare, sino alla scadenza della
prororga, ossia il 3 maggio prossimo, le disposizioni date per la nostra Arcidiocesi il 13 marzo scorso. L’arcivescovo ha comunque apportato delle novità. La principale riguarda l’apertura delle chiese tutte le mattine fino alle ore 12.00, esclusivamente per la preghiera personale dei fedeli e a condizione che sia presente il parroco o un altro presbitero, per garantire il rispetto delle norme vigenti.
I fedeli che si recano in chiesa devono infatti rispettare la distanza interpersonale di almeno un metro, evitare assembramenti e raggiungere il luogo di culto più vicino a casa. Possono essere altresì raggiunti i luoghi di culto in occasione degli spostamenti comunque consentiti, cioè quelli determinati da comprovate esigenze lavorative o da necessità, che si trovino lungo il percorso già previsto. Resta ferma tuttavia la sospensione di tutte le cerimonie, anche religiose.
La celebrazione della messa è consentita a porte chiuse e senza concorso di popolo, facendo anche uso dei mezzi di comunicazione
sociale. Possono essere presenti: accanto al celebrante, un diacono, un ministro all’altare, un organista, un lettoreed eventualmente due operatori per la trasmissione. Novità anche per i matrimoni che possono essere celebrati ma alla sola presenza del celebrante, degli sposi e dei testimoni. Anche i battesimi, qualora non possono essere rinviati a periodo successivo alla cessazione dell’emergenza sanitaria data
(per esempio, nel caso di bambini con malattie che li espongono a pericolo di vita), possono essere celebrati a condizioni che si mantenga la distanza tra celebrante, battezzando , genitori e padrini. Il sacerdote, inoltre, dovrà indossaere i guanti per le unzioni con l’olio dei catecumeni e il sacro crisma e si ometta il segno della croce sulla fronte del bambino. Non sono ammessi alla celebrazioni altri parenti.
Quello delle esequie, ha ricordato il cardinale Montenegro, è il capitolo più doloroso, che si aggiunge al dolore per la perdita di
un familiare o di un amico. Le regole rimangono molto stringenti. Sono vietati i funerali in chiesa. Il sacerdote può recarsi in forma privata al cimitero, dove può celebrare un breve rito della sepoltura, con i presenti che devono rispettare la distanza di almeno
un metro imposto dalla normativa. Sono sospesi i cortei funebri . Al termine dell’emergenza annuncia l’arcivescono sarà concordata con la famiglia una messa esequiale. La confessione è consentita, ma solo in luoghi ampi e areati e non nel confessionale.
La comunione dei fedeli infermi per quanto possibile deve essere portata dal sacerdote non dal ministro straordinario, adottando le dovute precauzioni, avendo cura di non toccare la bocca del
malato e di lavare prima e dopo le mani. Stesse regole per l’Unzione degli infermi. Sono sempre vietate le celebrazioni comunitarie di carattere sia liturgico sia devozionale.
Con l’aiuto del Signore, ha scritto il cardinale Montenegro nella nota in cui ha annunciato le nuove disposizioni, riusciremo a superare questo difficile momento di prova.