complementare alle misure del governo nazionale in grado di arginare i danni e consentire la ripartenza di tante piccole e medie imprese. E' la richiesta avanzata al Comune di Sciacca dalle associazioni Spazio Centro e Confcommercio in un documento trasmesso al sindaco e al presidente del Consiglio Comunale. Una iniezione di liquidità immediata per un comparto che avrà bisogno di non meno di 18 mesi per tornare a vivere le dinamiche del periodo pre Covid-19. Al primo punto tra le proposte c’è infatti la costituzione di un “Fondo di crisi del turismo e del commercio” a sostegno dei ricavi mancati da parte delle varie componenti la filiera turistica con l’individuazione di specifici capitoli di spesa a tutela delle realtà maggiormente colpite dall’emergenza epidemiologica quali ad esempio alberghi, tour operator, strutture turistiche balneari, ricettività extralberghiera, campeggi, guide e accompagnatori turistici e noleggiatori con conducenti unitamente al commercio al dettaglio ed all'ingrosso comprese le attività di ristorazione. Queste, in sintesi, le richieste avanzate dalle due associazioni di categoria: l'annullo dei versamenti e storno dei mesi non goduti delle imposte comunali quali IMU, TARI e TASI a partire da Marzo 2020 e per almeno 6 mesi nonché l'urgente rimodulazione del carico tributario in capo alle imprese; sgravi contributivi e fiscali (assistenziali, previdenziali, ecc) per assistere le imprese e far fronte all’immediata mancanza di liquidità; la ricollocazione delle somme ancora a disposizione della Regione Sicilia nei vari obiettivi tematici destinandole alle misure necessarie al rilancio del settore commerciale a seguito della crisi sanitaria. Infine, misure di sostegno alle famiglie attraverso forme di sussidio da destinare alle partite iva. Settore del commercio che abbraccia tantissime attività e che attende anche di capire quando e come potrà ripartire. Pressante la richiesta avanzata da Cna, Confartigianato, Casartigiani e Claai al Governo regionale di rivedere la posizione rispetto al divieto imposto ai servizi di consegna a domicilio nei giorni festivi. Organizzazioni che hanno sempre ritenuto eccessiva tale misura e che adesso, nell'ottica di una graduale ripresa, la ritengono ancor di più incomprensibile ed ingiustificata, rispetto sia alla situazione sanitaria complessiva della Sicilia sia alle prime indicazioni e segnali di riapertura di alcune filiere dell'intero sistema produttivo a partire dal 4 maggio. Pasqua e Pasquetta sono state due occasioni perdute per ridare ossigeno al tessuto economico che si occupa di produzione di cibo da asporto, con conseguenti disagi per famiglie e anziani soli. Speriamo che adesso prevalga il buon senso e in vista del 25 e 26 Aprile e del ponte lungo del Primo Maggio si proceda alla revoca dell'ordinanza, consentendo così, sulla base delle disposizioni governative nazionali, alle attività di pasticcerie, dolcerie, rosticcerie, pizzerie, gastronomie e focaccerie di effettuare consegne a domicilio. Un altro settore che scalpita per riprendere a lavorare già dal 4 maggio è quello che include le attività che offrono servizi di cura e benessere alle persone, e dunque parrucchierie, saloni e centri estetici. Un settore anche questo gravemente in crisi e che, oltre a dovere far fronte ai mancati introiti a causa del lockdown, ad oggi non sa ancora come dovrà prepararsi ad affrontare la fase 2 in cui nulla sarà più come prima e che dovrà essere in accordo con le nuove norme per accogliere i clienti. Attività chiuse dall'11 marzo scorso che chiedono di poter essere inserite tra quelle che potranno riaprire il 4 maggio. Un settore che chiaramente ha anche l'urgente necessità di conoscere le linee guida previste per mettere in sicurezza i propri locali.