e il numero dei guariti è progressivamete salito. Secondo l’Azienda Sanitaria Provinciale sono adesso 42, mentre 11 sono gli agrigentini ancora ricoverati negli ospedali di altre province. Il report sui contagi nell’isola, diffuso ieri pomeriggio dalla Regione Siciliana ha confermato 129 casi dall’inizio dell’epidemia in provincia di Agrigento, dato fermo come dicevamo ormai da giorni, ma le buone notizie, ossia quelle relative a nessun nuovo caso di contagio, sono arrivate anche per le province di Trapani e Caltanissetta. Il numero dei tamponi effettuato è stato inferiore rispetto ai giorni precedenti, 1.601 a fronte della media di 2.500 tamponi dei giorni scorsi, ma la curva dei contagi nell’isola continua a scendere. Nell’isola, dall’inizio dell’epidemia ci sono stati 2.759 casi,ma gli attuali positivi sono 2.210 e l’incremento, secondo i dati di ieri, è stato di 8 nuovi soggetti positivi. Anche a livello regionale cresce il numero dei guariti, 31 in più rispetto al giorno precedente e adesso sono 346 le persone che sono riuscite a sconfiggere il coronavirus. Non si ferma il numero dei decessi che con 3 persone in più, rispetto al giorno precedente, sono arrivati adesso a 203.
Degli attuali 2.210 positivi in Sicilia, si registra un aumento di due persone ricoverate, sono ora 565 i pazienti in ospedale, di cui 39 in terapia intensiva
(-2 rispetto al giorno precedente) - mentre 1.645 sono in isolamento domiciliare.
In Sicilia, si guarda con un po più di ottimismo e di serenità alla data del 4 maggio rispetto alle altre realtà italiane, soprattutto del nord. Non a caso si ipotizza anche una regionalizzazione della ripartenza che tenga conto, appunto, della diversa diffusione del virus. E, in tal senso, si pone anche la proiezione dell’osservatorio Nazionale sulla Salute, coordinato dal professore Ricciardi in base alla quale la fine dell’emergenza Covid-19 in Italia potrebbe avere tempistiche diverse nelle Regioni. Per la Sicilia viene indicata al 30 aprile la data in cui si dovrebbe registrare l’azzeramento dei contagi, mentre tale circostanza dovrebbe interessare ancora prima dell’isola le regioni Basilicata e Umbria, mentre sarà più lunga la strada verso l’azzeramento delle regioni del nord. Tra poco meno di 10 giorni, dunque, la Sicilia non dovrebbero registrare nuovi casi di Covid-19. La prudenza non è mai troppa, ma se tutto ciò dovesse essere confermato, certamente la ripartenza pochi giorni dopo, lunedì 4 maggio, potrebbe fare persino meno paura. Si, perché dopo quasi due mesi, quella che adesso serpeggia è l’ansia da ripresa.
C’è il timore, per molti versi fondato, di vanificare tutti gli sforzi fatti fino ad oggi e che hanno permesso alla Sicilia di non sprofondare nel dramma vissuto da altre regioni. Significa non solo pianificare una riapertura graduale, ma soprattutto mettere in campo tutte quelle azioni necessarie alla mappatura degli asintomatici. Dunque, test sierologici e tamponi a tappeto, ma questo significa aumentare ancora i laboratori abilitati finora, ma anche potenziare l’assistenza sanitaria e non solo negli ospedali Covid. Occorre puntare sulla continuità assistenziale che in Sicilia è da sempre carente e in questa emergenza ha dimostrato tutta la propria vulnerabilità.