per garantire l'assistenza alimentare alle famiglie in grave disagio socio economico. Ma non solo. I Comuni temono che la vicenda possa innescare e scaricare proprio sugli enti locali una tensione sociale insostenibile. A lanciare l'allarme sono 34 sindaci agrigentini in una lettera inviata al presidente della Regione e all'Anci Sicilia. In pratica, lo stanziamento complessivo dei cento milioni di euro promessi dalla Regione deriva da due progetti comunitari. Sono pertanto dei fondi originariamente destinati ad altri scopi e per i quali si rende necessario un lungo iter di rimodulazione per il loro utilizzo, soprattutto per la seconda tranche, quella di 70 milioni di euro del POC, il programma operativo complementare. Semmai questi soldi dovessero arrivare ai Comuni, ci vorranno certamente mesi e mesi prima di poterli realmente distribuire. Per i sindaci, dunque, il rischio reale è che tali misure straordinarie si rivelino un pericolosissimo boomerang o che, nella migliore delle ipotesi, richiedano tempi incompatibili con la finalità delle misure. Non è stata accolta la richiesta dei sindaci, che era quella di adottare la stessa procedura definita dallo Stato attraverso la Protezione Civile, e cioè autorizzare l'impiego delle risorse per l'emergenza attraverso variazioni di bilancio adottate con delibera di giunta anche in regime di esercizio provvisorio con procedure burocratiche semplificate, stante l'esigenza di far fronte a bisogni indifferibili di buona parte della collettività. Prendiamo atto, scrivono preoccupati i sindaci nella lettera a Musumeci, che ad oggi il problema nonostante le ripetute sollecitazioni dell'Anci rimane irrisolto e costringe molti Comuni al palo e quindi a non poter attivare alcuna procedura. Sindaci che pertanto tornano a chiedere alla Regione una procedura semplificata, simile a quella adottata dallo Stato, che ha consentito agli enti locali di provvedere tempestivamente a dare una risposta ai bisogni delle famiglie e scongiurare l'insorgere di gravi tensioni sociali. Al nostro telegiornale è il sindaco di Ribera Carmelo Pace a spiegare per quali ragioni la procedura adottata dalla Regione sta mettendo in serie difficoltà i Comuni siciliani.