Ruggero Razza non cessano le preoccupazioni in relazione all’attivazione dei posti Covid all’ospedale di Sciacca. Cittadinanzattiva , Tribunale per i Diritti del Malato e Procuratori dei Cittadini, tornano oggi sulla questione riportando le segnalazioni di alcuni pazienti in questi giorni ricoverati nella struttura saccense e relative alla carenza di personale. Un fatto grave, se confermato, dichiarano Gero Maggio, Lilla Piazza e Rosa Castagno, in una nota inviata all’assessorato regionale alla salute, alla direzione dell’ASP e al commissario degli ospedali riuniti di Sciacca e Ribera.
I servizi erogati dall’ospedale Giovanni Paolo II, evidenziano Cittadinanzattiva, Tribunale per i Diritti del Malato e Procuratori dei Cittadini, nonostante l’alta qualità professionale dei sanitari, hanno avuto sempre una carenza di personale. Se parte di queste risorse sono ora state dirottate verso il reparto Covid, evidenziano, è chiaro che si aggraverebbe una situazione già difficile, rendendo i servizi di pessima qualità e scarsa affidabilità. All’assessore regionale, all’ASP e al commissario Firenze, è stato chiesto riscontro documentale che
dimostri che tutto ciò non risponde alla realtà, che tutto il personale preesistente nei ricoveri ordinari sia rimasto al suo posto e che, al centro covid, si utilizzeranno nuove risorse umane.
Anche la Cisl, intanto, con il segretario locale Raimondo Brucculeri contesta la scelta di attivare i posti letto Covid all’ospedale di Sciacca, nonostante il Ministero della Salute abbia espressamente indicato la necessità di realizzazione appositi ospedali Covid per evitare possibili commistioni e contagi.
Il piano sanitario che per la provincia di Agrigento prevede 75 posti di degenza ordinaria di pazienti COVID-19 nel Presidio Ospedaliero di Sciacca di fatto lo ha trasformato in un ospedale Covid, dice Raimondo Brucculeri, con tutte le conseguenze in termini di pericolo di contagio che potrebbero far ripetere nelle nostre zone quanto è successo in Lombardia.
Per il segretario della Cisl di Sciacca, la Regione avrebbe, invece, dovuto disporre come Centro Covid l’ospedale di Ribera dove è presente la TAC ed il laboratorio di analisi trasferendo il resto dei reparti a Sciacca. In questo caso la struttura sarebbe stata interamente dedicata ai pazienti COVID-19 senza rischio di contagio e senza creare disagi alla popolazione per tutte le altre attività mediche. Cisl che auspica un ripensamento delle scelte fin qui operate.
Anche Vito Clemente, consigliere del gruppo di minoranza Idea Menfi torna a ribadire contrarietà al piano sanitario di gestione dell’emergenza Covid relativo all’ospedale di Sciacca, così come hanno fatto i componenti del comitato cittadino di salute pubblica e diversi sindaci del comprensorio. Vito Clemente si dice stupito, invece, del silenzio sulla vicenda del sindaco Marilena Mauceri. Tralasciando ogni polemica, il consigliere di opposizione chiede al sindaco di Menfi di prendere posizione sulla vicenda così delicata considerato che l’ospedale Giovanni Paolo II è il punto di riferimento per i menfitani.