a seguito dell'emergenza epidemiologica da coronavirus. A quanto pare non tutte le strutture di microricettività svolgono attività imprenditoriale e per questo sembra non siano state comprese negli aiuti del decreto Cura Italia di marzo. Tuttavia si tratta di strutture che pagano mutui, affitti, SIAE, Tari speciale, bollette, canone RAI speciale e versano ai comuni l'imposta di soggiorno prevista. La crisi del turismo e l'impossibilità di spostarsi ha messo quindi a dura prova sia i grandi alberghi sia le piccole strutture ricettive che sperano quantomeno adesso nel decreto Aprile (seppur siamo gia' a maggio). Gli extralberghieri non imprenditoriali lanciano dunque un vero e proprio SOS al governo presieduto dal premier Giuseppe Conte. Per molti di questi proprietari gli introiti derivanti da tale attività erano il sostentamento principale, oggi azzerato. Senza l'aiuto dello Stato il settore extralberghiero rischia di non essere più in grado né di resistere né di ripartire quando sarà possibile. L'attuale stagione insomma è compromessa e si spera solamente nella prossima. Una fetta importantissima del mercato turistico Nazionale rischia di scomparire e con essa i servizi offerti e lo sfogo e l'indotto occupazionale. Di decreto limitato e non rispondente alle esigenze del settore ha parlato anche il Presidente dell'Associazione Nazionale dei b&b Agostino Ingenito che chiede sostegno al reddito, defiscalizzazione e sospensione di mutui, prestiti ed utenze. Gli aiuti afferma Ingenito vanno estesi a tutta la filiera, e propone di ripartire da un ampio pacchetto di promozione del territorio a livello nazionale ed internazionale.