accompagnato da un puntuale e ben articolato codice di autoregolamentazione concertato con le parti sociali”. CNA Sicilia prova a scardinare il “muro” della chiusura forzata che si prolunga e penalizza le categorie produttive, nonostante l’avvio della fase 2 dell’emergenza Coronavirus”. Il segretario regionale della Confederazione, Piero Giglione, in audizione alla Terza Commissione Legislativa dell’Ars, ha esposto le motivazioni della categoria, alla presenza anche dell’assessore alle Attività Produttive Mimmo Turano, affinché si arrivi in tempi rapidi alla riapertura di alcune attività, come quella degli operatori e operatrici che si occupano della cura e benessere della persona. “In linea con le ultime dichiarazioni del Premier Conte e nel rispetto della curva epidemiologica, che ad oggi offre in Sicilia risultati rassicuranti – ha dichiarato il segretario della Cna, il governo Musumeci è chiamato a valutare seriamente la possibilità di adottare un nuovo provvedimento che consenta la ripresa dell’attività per parrucchieri, barbieri ed estetisti già dal 18 maggio. Per la Cna in Sicilia ci sono le condizioni per per continuare ad allentare le maglie e consentire alle attività economiche di tornare al lavoro, ovviamente nella ristretta osservanza di tutte quelle che sono le prescrizioni a salvaguardia della sicurezza pubblica. Una battaglia che la Confederazione dell’artigianato sta portato avanti anche per il settore della ristoraazione, il cui esercizio oggi è limitato all’asporto e alla consegna a domicilio. In Commissione Attività Produttive dell’Ars, ha aggiunto il segretario regionale della Cna, è emersa una volontà complessivamente positiva rispetto a queste due proposte di riapertura riavvicinata. Adesso. Aggiunge, aspettiamo gli sviluppi e la presa di coscienza da parte della politica regionale della condizione di gravissima crisi economica in cui si trovano le imprese che non percepiscono gli adeguati indennizzi, commisurati agli ingenti danni subiti, non ricevono la liquidità richiesta e soprattutto non trovano ancora alcun riscontro rispetto al tanto decantato quanto necessario e fondamentale fondo perduto. Ostinarsi a mantenere, per decreto, chiuse le aziende per la Cna significa condannarle a morte, trasformando di fatto la depressione in recessione economica.
Le richieste sono pressanti, ma iniziano a fare breccia e in Sicilia il presidente Musumeci sta seriamente valutando l’opportunità di far ripartire parrucchieri, estetisti, ma anche bar e ristoranti la cui attività limitata è oggetto di forti proteste, come hanno rappresentato ieri alcuni esercenti al nostro telegiornale. Non dovranno attendere l’arrivo di giugno, pare di capire, ma difficilmente il via libera arriverà prima del 18 maggio.