Presidente Nello Musumeci è pronto a dare il via al rimpasto del suo governo. Del resto lo aveva dichiarato nei mesi scorsi: “Il pit stop e la verifica della Giunta è prevista verso metà mandato”. Ci siamo, dunque. Il passaggio, però, non sarà né semplice né indolore con il Governatore costretto a trovare un punto d’incontro tra gli appetiti delle varie compagini che sostengono la maggioranza.
Il leader regionale di Forza Italia Gianfranco Miccichè lo ha già dichiarato ufficialmente. Vuole l’azzeramento della Giunta e la ripartenza con nomi nuovi: “Non capisco – ha detto – alcuni assessori di che partito fanno parte e quanti voti determinino all’interno dell’ARS”.
Si sono già tenute le prime riunioni preliminari tra i partiti della coalizione Musumeci per decidere il da farsi. Forza Italia ne farebbe una questione di opportunità interna, ossia vorrebbe dare spazio ad altri esponenti provenienti da province, al momento, non rappresentate all’interno della Giunta. L’azzeramento per Miccichè sarebbe anche il modo più indolore per “liberarsi”, per così dire, di Gaetano Armao con cui, stando ai rumors, non correrebbe buon sangue. Da qualche mese si vocifera che ad entrare in Giunta, in quota forzista ed agrigentina, potrebbe essere l’ex sindaco di Sciacca Fabrizio Di Paola.
Non c’è dubbio che il rimpasto farà in modo di dare spazio alla Lega a cui Nello Musumeci fa l’occhiolino da mesi, suscitando, si dice, le gelosie di Fratelli d’Italia a cui il governatore, in teoria, dovrebbe essere più vicino. La Lega, a quanto pare, ambirebbe ad ottenere l’assessore all’agricoltura, anche se resta libero, da un anno e mezzo, il settore dei beni culturali. Dopo la tragica scomparsa di Sebastiano Tusa, Musumeci ha guidato ad interim l’assessorato senza mai indicare l’erede del compianto Tusa. Un interim finora di 14 mesi, il più lungo della storia politica della Regione Siciliana. Per la Lega si fanno i nomi di Orazio Ragusa oppure quella di un esperto esterno d’area. Ci sono, poi, Udc (2 assessori) e Popolari Autonomisti (3 assessori) che vorrebbero difendere le loro posizioni. Per l’Udc sembra in bilico la posizione dell’esterno Alberto Pierobon, mentre tra gli Autonomisti è soprattutto Antonio Scavone a rischiare scontando la pessima figura fatta con la questione della cassa integrazione in deroga. Carmelo Pullara potrebbe essere una delle new entry. Se non passasse l’idea dell’azzeramento, tra i confermati potrebbero esserci Ruggero Razza e Manlio Messina.
Inutile far notare come, a lungo raggio, i partiti del centrodestra comincino a pensare anche al futuro, in particolar modo al dopo Musumeci.