In vista dell'ormai imminente possibilità di riapertura con servizio ai tavoli di diverse attività di ristorazione, programmata per il prossimo 18 maggio, è ora il tempo di individuare soluzioni e modelli nel medio e lungo termine, per facilitare il più possibile l'effettiva ripresa di tutte le attività della città. È questa l'opinione dell'associazione "Mizzica", che evidenzia come, rispetto al “prima”, tante nostre modalità di fruizione dei servizi, inevitabilmente, saranno destinate a cambiare. "Servono - osservano quelli di Mizzica - soluzioni dalla immediata applicabilità - sostenibili nella realizzazione - che consentano di vivere attivamente la "nuova normalità" con la quale dovremo convivere per un tempo, probabilmente, ancora lungo. Questa urgenza riguarda particolarmente da vicino le attività di "food and beverage", della ristorazione, che rischiano più di tutte di pagare un prezzo molto elevato nei prossimi mesi. L'idea di Mizzica, che potrebbe aiutare concretamente queste categorie, è quella di un "Piano piazze", attraverso la conversione delle piazze pubbliche in luoghi di ristoro all'aperto, al servizio delle attività di ristorazione e dei loro clienti.
Sia le piazze del centro, che quelle presenti in periferia - oggi speso poco sfruttate - o peggio adibite a parcheggi selvaggi, diventerebbero dei punti ristoro per il cibo da asporto, nel rispetto delle distanze di sicurezza e del decoro urbano, trattandosi spesso di luoghi di valenza storica ed urbanistica indiscussa. Discutere solo di ampliare il suolo pubblico a ridosso delle attività che già ne usufruivano non basta. L'idea di fondo, proposta da Mizzica, è infatti quella di permettere a tutte le attività legate al consumo di cibo di avere uno spazio ampio dove i clienti possano consumare i prodotti acquistati, dato che altrimenti molte attività non potrebbero (probabilmente) nemmeno riaprire, date le restrizioni dovute al distanziamento fra i tavolini e, quindi, i pochi coperti a disposizione. Il "Piano piazze", inoltre, permetterebbe di regolamentare con maggior riguardo la presenza di persone, evitando in anticipo la naturale possibilità di assembramenti e distribuendo il servizio in tutte quelle piazze della città potenzialmente funzionali in tal senso. Si tratterebbe di un aiuto concreto, perché il problema del distanziamento diventa vitale dal punto di vista economico per queste attività, e gli spazi esterni assumono una valenza di maggiore sicurezza anche dal punto di vista psicologico per clienti e utenti, turisti compresi. Un'opportunità per rivedere le nostre modalità di vivere alcuni luoghi della città, in una chiave nuova, diversa. Luoghi che potrebbero diventare, nonostante il distanziamento sociale, nuovamente vissuti ed accoglienti e nel pieno rispetto delle regole. Siamo chiamati tutti a cambiare tanto di quello che facevamo prima: forse, dietro a questo cambiamento forzato, si nascondono opportunità per ripensare Sciacca, in molti suoi aspetti, spesso troppo poco sfruttati. Partiamo da qui: da una nuova idea di piazze. Se non ora, quando?