Per la storia di Sciacca il nome (ma soprattutto il cognome) del nuovo assessore regionale ai Beni Culturali Alberto Samonà
ha un significato particolare, visto che richiama ad un'inevitabile associazione di idee con il Teatro popolare di via Agatocle. Solo il nome, però. Sì, perché pur appartenendo a quella che Nello Musumeci ha definito "una illustre famiglia di architetti", sul piano della visione politica le distanze con i progettisti del teatro saccense (Giuseppe e Alberto Samonà, padre e figlio, esponenti di spicco di quella che si potrebbe ben definire l'intellighenzia di matrice comunista in Sicilia) possono benissimo essere definite siderali. L'Alberto Samonà neoassessore, scrittore, drammaturgo e giornalista professionista (già direttore del sito "IlSicilia"), vanta infatti una formazione politica decisamente di destra (dal Fronte della Gioventù, organizzazione giovanile di ciò che fu il Movimento Sociale Italiano) ad un interesse per personalità come Julius Evola, filosofo e tra i più importanti teorici della massoneria nonché studioso della razza, a cui Samonà ha intitolato un circolo culturale da lui fondato a Palermo.
Un personaggio vulcanico, Alberto Samonà, che giusto due anni fa si era candidato anche alle Parlamentarie del Movimento 5 Stelle, escluso poi dalla candidatura al Parlamento nazionale malgrado avesse superato le selezioni online. E così, recentemente, Alberto Samonà è approdato alla Lega, di cui era già responsabile per il settore cultura. Il suo ingresso nel governo regionale suggella il sostegno dei salviniani a Musumeci, e giunge proprio nel mezzo delle polemiche riguardanti l'indicazione di un leghista a capo dell'assessorato che, tra le sue qualificazioni, ha anche quello della valorizzazione dell'identità siciliana.
Il diretto interessato non sembra preoccuparsene. Anzi, ha già contrattaccato, dichiarando di volere prendere le critiche di queste ore rivolte alla Lega come uno stimolo e come un suggerimento e consiglio per ascoltare anche chi la pensa diversamente da lui. È suggestivo, a Sciacca, immaginare una svolta nella definizione degli ultimi ritocchi necessari al Teatro per farlo riaprire. E si sprecano, in queste ore, le battute (sotto forma di auspici) su Facebook. Ma siccome Sciacca non il centro del mondo (non lo è mai stato), al momento, come abbiamo fatto notare nel nostro Telegiornale di sabato scorso, l'idea più vicina alla concretizzazione è quella dell'istituzione (dentro il complesso di Santa Margherita) del Museo regionale, quello istituto nel 1991 con una legge dell'ARS. Un percorso in discesa, visto che Nello Musumeci in persona ha già sbloccato il finanziamento per realizzare (al Santa Margherita) quell'auditorium che è una sorta di viatico per completare il percorso.
Ma quello di Samonà, nell'assessorato che fu di Sebastiano Tusa (e proprio per questa ragione) sarà un percorso decisamente in salita.