la richiesta di permesso di costruire in deroga allo strumento urbanistico vigente per la realizzazione di due strutture commerciali nell'area della ex cantina Enocarboj più un'area esterna dedicata a parcheggio e a stazione dei pullman. Il punto era pronto per essere approvato (era ammannito anche del parere tecnico degli uffici competenti), ma su iniziativa dei consiglieri Alessandro Curreri e Fabio Termine, è stata presentata (come prevede il regolamento dei lavori consiliari) una "questione pregiudiziale" sulla sua stessa trattazione, in considerazione del fatto che, sostanzialmente, a loro giudizio, da quello che nel linguaggio molto tecnico del documento viene fuori, all'esame dell'aula ci sarebbe stata una variante urbanistica vera e propria, che in questa fase (in cui sono in vigore le clausole di salvaguardia dell'adottando nuovo PRG), non si potrebbe adottare. Ritengono, in particolare, Curreri e Termine, che è tutto da approfondire il permesso di costruire con cambio di destinazione d'uso in deroga agli strumenti urbanistici generali. L'amministrazione e gli uffici, tuttavia, hanno presentato lo stesso il progetto in questione eccependone una presunta "dichiarazione di pubblica utilità". Tutto questo, anche se in effetti la questione pregiudiziale contiene una raffica di interrogativi, tutti di natura squisitamente tecnica, per i quali naturalmente occorrerà qualche giorno al dirigente responsabile, l'ingegnere Giovanni Bono, per predisporre gli opportuni riscontri. Chiedono risposte, Alessandro Curreri e Fabio Termine, circa il fatto l’intervento in questione, quello presentato dalla Civiesse di Aragona, possa essere inquadrabile come ristrutturazione edilizia, e non "urbanistica". Questione, questa, su cui la stessa Civiesse aveva presentato ricorso al TAR affinché si potesse utilizzare una procedura diversa, che fosse meno onerosa per la stessa ditta. Tuttavia, i giudici amministrativi hanno dato torto alla ditta e hanno accolto invece le controdeduzioni del comune. Ma non è certamente l'aspetto tecnico quello che può condizionare il dibattito su un progetto presentato ormai quasi tre anni fa, giunto in consiglio comunale solo lo scorso mese di gennaio (anche a causa evidentemente del contenzioso e di un esame particolarmente elaborato). È sul piano politico che si torna a parlare di un investimento nei confronti del quale, ancora una volta, la città di Sciacca mette in evidenza dubbi più o meno amletici, compresi quelli dei commercianti dell'associazione Spazio Centro, i quali continuano a vedere come il fumo negli occhi progetti che riguardino il settore commerciale, anche se alle polemiche nei confronti di altre iniziative del passato (tra cui il progetto del centro commerciale di contrada Tabasi, poi non più realizzato dalla ditta) non è certamente corrisposto un sostegno al tessuto commerciale del centro, e questo per ragioni naturalmente diverse, non ultima quella del coronavirus.