, in territorio comunale di Menfi, su una linea lunga quasi 200 metri. Un fenomeno subito notato da alcuni bagnanti ma anche da una pattuglia della Polizia municipale. Gli agenti hanno avvisato urgentemente la Guardia costiera, i Vigili del fuoco e, in qualità di responsabile del monitoraggio sottomarino dello stretto di Sicilia per l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, il dottor Mimmo Macaluso. Pare che si sia trattato di un singolare caso di fumo e gas sprigionati senza che però ci fossero fiamme. Sul posto del fenomeno un escavatore, che ha effettuato uno scavo di saggio, dopo che i Vigili del fuoco hanno proceduto a raffreddare un tratto di questa linea di battigia interessata dal fenomeno. Il dottor Macaluso, con mezzi improvvisati, ha prelevato dei campioni di gas. Al momento sarebbe esclusa l'origine geologica del fenomeno o peggio ancora la presenza di rifiuti tossici, mentre è plausibile la combustione di sedimenti legnosi presenti sotto la ghiaia (accumulati dal mare dopo le recenti tempeste). L’incendio potrebbe essere innescato da qualche piccolo falò. L'ultima parola per spiegare questo inconsueto fenomeno, spetta all'analisi dei gas.