seppur a distanza, l’esordio alla letteratura della scrittrice e sceneggiatrice russa Guzel’ Jachina con “Zuleika apre gli occhi”.
A decretarne la vittoria la giuria composta da Gioacchino Lanza Tomasi (presidente), Salvatore Silvano Nigro, Giorgio Ficara, Mercedes Monmany e Salvatore Ferlita. Un Premio anomalo, quello di quest’anno, in cui l’incontro tra l’autrice e il pubblico, che era previsto nel mese di agosto in piazza Matteotti a Santa Margherita di Belìce, non potrà svolgersi a causa delle restrizioni ancora vigenti per il contenimento del contagio da Covid-19.
L’ autrice non ha potuto essere presente alla premiazione avvenuta ieri a Palermo, ma ha inviato un video messaggio, molto sentito, nel quale ha sottolineato l’importanza della “Cultura nel percorso di accrescimento del valore dell’umanità“.
“Purtroppo, per le note questioni sanitarie, quest’anno il Premio non potrà avere il pubblico delle passate edizioni – ha spiegato Franco Valenti, sindaco di Santa Margherita di Belìce. Un pubblico che ci ha sempre seguito, specialmente durante la cerimonia di consegna, con passione ed interesse. Speriamo che la talentuosa scrittrice possa essere con noi l’anno prossimo, la sua presenza sarebbe importante per ampliare il nostro orizzonte culturale così come è accaduto negli anni con i vincitori delle precedenti edizioni. Perché ormai il Premio è diventato patrimonio di tutti noi”.
“Zuleika apre gli occhi” – ha commentato Gioacchino Lanza Tomasi, presidente della giuria del premio – è stato preso come un esempio della possibile sopravvivenza umana a ogni condizione se pur disperata. Non è un libro politico, ma è storia del cammino verso l’emancipazione di una donna che, come molte altre, è passata attraverso l’indicibile e paradossalmente ritrova se stessa nell’inferno della taiga. E’ il tratto poetico del libro quello dell’istinto alla vita contro ogni violenza personale che si estende a un’intera comunità. Possa anche Zuleika apre gli occhi – ha concluso Gioacchino Lanza Tomasi - convincerci della necessità, tante volte addotta da Lampedusa, che i grandi libri parlino all’uomo di ieri e di domani”.