Nel 2014 i vertici di Italia Turismo decisero di rinunciare al progetto di Monterotondo,
Dodici anni dopo la sottoscrizione dell'accordo di programma quadro tra ministero dello Sviluppo Economico, comune di Sciacca e quella che all'epoca si chiamava ancora "Sviluppo Italia" (poi si sarebbe chiamata "Italia Turismo", oggi è diventata "Invitalia"), rischia di naufragare il progetto volto alla realizzazione di un resort con l'utilizzo di un investimento pubblico da 70 milioni di euro in località Monterotondo. È scaduta lo scorso ottobre, infatti, anche la seconda delle proroghe alla concessione edilizia a suo tempo accordata dal settore comunale Urbanistica affinché iniziassero i lavori. Lavori che, tuttavia, non sono mai iniziati, e per diverse ragioni. Ma adesso sembra non essere più possibile concedere un'ulteriore proroga, così come richiesto dai dirigenti di Invitalia.
Un problema di autorizzazioni che è tutt'altro che secondario nell'ottica della concretizzazione dell'iniziativa, e da cui scaturisce uno scenario che vede in queste ore quelli di "Italia Turismo" interloquire con l'amministrazione comunale e con i dirigenti competenti per tentare di trovare una soluzione. Il rischio vero, infatti, è che salti tutto e che, evidentemente, i soldi disponibili tornino nelle casse del ministero. Stando a quanto si apprende, a Roma il vertice di Invitalia starebbe valutando perfino di rivolgersi al TAR, ritenendo che una nuova proroga è concedibile. Si punta, in particolare, sulla sospensione di ogni termine legale prevista dalle norme per contenere la diffusione del Covid. Se così fosse in ogni caso si potrebbero prevedere non più di tre mesi di tempo. Difficile immaginare che in 3 mesi si possa recuperare un ritardo di anni. Anche nel tentativo di salvare il progetto, Invitalia nel frattempo ha ridimensionato del 30% il valore del progetto iniziale.
Francesca Valenti al nostro Telegiornale oggi si dice fiduciosa che gli ostacoli in essere saranno superati. Tutto è rimandato al vertice che è in programma oggi al comune. Si cercherà di tenere in piedi la questione di un progetto, quello di Monterotondo, nato durante l'amministrazione Turturici ma che è poi rimasto impantanato per anni. E dire che su Monterotondo avevano puntato gli occhi (in due momenti diversi tra di loro) i dirigenti di almeno due importanti catene alberghiere internazionali: la statunitense "Marriott" e la spagnola "Sol Melià". Investitori che erano pronti ad implementare il finanziamento pubblico disponibile e a realizzare a Monterotondo una sorta di paradiso terrestre dell'ospitalità e della ricettività alberghiera di alto profilo.
Non fu possibile procedere oltre perché, nell'ambito della liquidazione della Sitas, era venuto fuori un contenzioso con la rivendicazione di un interesse da parte del proprietario di un lotto di terreno che, nella progettazione, ricadeva proprio all'interno patrimonio immobiliare dove sarebbe nato il futuro investimento di Monterotondo. Contenzioso nel frattempo superato, e allora tutto sarebbe stato pronto per dare il via alle opere, confidando che nel frattempo Invitalia tornasse ad individuare un partner privato con il quale condividere il progetto. Inizialmente su quella zona al servizio del resort era stato programmato anche un campo da golf, sulla scia del successo che aveva avuto l'investimento di Rocco Forte, ancorché tribolato dalle questioni (finite anche in tribunale) relative all'equiparazione a livello di impatto ambientale (equiparazione poi superata da una norma "ad personam" approvata dall'ARS) tra una buca e un palazzo.