quello per il quale solo nelle scorse settimane il comune di Sciacca ha prorogato la necessaria concessione edilizia. A scongiurare il tutto, stando a quanto si apprende, sarebbe stata l'ostinazione di Carlo Maria Berruti, dirigente dell'agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa di proprietà del Ministero dell'Economia. Berruti, legato da forti rapporti con il territorio di Sciacca, ha ottenuto dal management di quella che oggi si chiama Invitalia il consenso a potere proseguire il tentativo di concretizzare un progetto nel quale, probabilmente, si calano tutti i simboli del ritardo dello sviluppo di questo scorcio di Sicilia, sempre più ad arrabattarsi tra vincoli, burocrati, scartoffie, politici, contenziosi giudiziari e autentiche “vie crucis” all'interno degli uffici tecnici. Ed è così che ci sono voluti dieci anni prima di potere arrivare ad un nuovo via libera alla costruzione di un resort su di un terreno da 110 ettari per un valore di 5 milioni e mezzo di euro. Stiamo parlando di un investimento complessivo, lo Sciacca Resort, da 72 milioni di euro per un grande hotel da 600 camere per circa 1.500 posti letto con ristoranti e centro benessere che punta a qualificarsi per l'utilizzo delle acque termali. Il tutto in un paradiso terrestre, un polmone verde per disporre del quale, tuttavia, è stato necessario attraversare un'odissea che, peraltro, non è ancora finita. Sì, perché adesso bisogna concordare gli interventi con il Genio Civile, soprattutto in materia di mitigazione del rischio idrogeologico, e con la Soprintendenza. Va aggiunto anche che Invitalia, tra i tanti problemi che ha affrontato, ha anche dovuto il problema tutt'altro che secondario riguardante la necessaria rinuncia da parte di un privato ad una servitù di passaggio il cui mantenimento avrebbe compromesso tutto il progetto. Pur di raggiungere questo obiettivo è stata realizzata un'arteria alternativa. Tutto questo dimostra che non è mai venuta meno l'intenzione di andare avanti da parte di Berruti. Insomma: potrebbe mancare poco all'approdo delle ruspe a Monterotondo. È stato difficile, però, superare il contenzioso con uno dei creditori della liquidazione SITAS, che aveva ritenuto non congruo il prezzo di aggiudicazione dei terreni a Italia Turismo. Ma questo contenzioso di fatto ha impedito fino ad oggi la costruzione del resort. Al momento l'iniziativa imprenditoriale è esclusivamente nelle mani di Italia Turismo. Pare che la catena alberghiera spagnola Sol Melià, la prima che aveva manifestato il proprio interesse, abbia deciso da anni di rinunciare. Ma questo non è un elemento che possa indurre a qualche preoccupazione. Non appena le ruspe avranno iniziato a lavorare per le fondamenta potrebbe presentarsi il problema di un'improvvisa abbondanza di imprenditori disponibili. Insomma: per Sciacca si sta profilando una nuova straordinaria opportunità. Italia Turismo ha continuano a dare fiducia al territorio, malgrado tutti i problemi burocratici ma anche di mentalità che ha dovuto affrontare. Se i vertici dell'agenzia non avessero avuto fiducia in Sciacca non avrebbero certamente investito, fino ad oggi, circa due milioni di euro per opere primarie, recinzioni, manutenzioni e servizi vari di vigilanza. La licenza edilizia recentemente prorogata scadrà nel 2020. Pensare che entro quella data l'investimento possa considerarsi completato è piuttosto velleitario. Tutt'al più potranno essere iniziati. In attesa che Sciacca capisca che è ora di finirla di litigare e di accapigliarsi, dalla politica all'imprenditoria, che al momento ahimé continua a dare più importanza al fatturato del suo dirimpettaio piuttosto che al proprio, non comprendendo che solo l'idea del consorzio e dell'unità delle forze economiche potrà finalmente riscattare questo territorio.