Nuovo aumento di positivi al Covid-19 nelle ultime 24 ore in Sicilia.
Continua il dibattito generato dai dubbi ad oggi tutt'altro che fugati riguardanti i conguagli idrici, quelli che l'ATI alla fine è riuscita a fare slittare di un anno (dovevano essere conteggiati con decorrenza 2018, verranno conteggiati con decorrenza 2019). Sullo sfondo c'è la necessità dei commissari prefettizi che gestiscono Girgenti Acque di far quadrare il più possibile i conti piuttosto in sofferenza della società che sono stati chiamati ad amministrare dopo le interdittive antimafia. La questione dell'esborso richiesto agli utenti continua a vedere associazioni e altre rappresentanze dei cittadini manifestare forti perplessità sulla stessa legittimità dei rincari, per non dire della loro retroattività. Rappresentanze che sono disponibili a concedere tutt'al più un conteggio dei conguagli da calcolare nelle bollette dall'annualità 2020.
Rincari che, tuttavia, ha precisato la presidente dell'ATI Francesca Valenti al nostro Telegiornale, non scaturiscono da aumenti in tariffa ma da una rimodulazione tecnica imposta dall'ARERA (Autorità di regolazione per energia, reti, ambiente), l'ente nazionale che sovrintende alla gestione delle risorse idriche da parte dei vari ambiti territoriali. È a questo adeguamento, dunque, che si sta obbedendo. Tutto questo dovrebbe tendere a chiarire che dopo la sospensione per le polemiche scaturite dalle fatture con decorrenza 2018, al momento le bollette coi conguagli calcolati dal 2019 in avanti devono essere pagate. Quanto accaduto si spiega anche con la mancata approvazione negli anni scorsi dei bilanci di previsione da parte di Girgenti Acque. "Questa manchevolezza - dice oggi al nostro Telegiornale l'avvocato Stefano Scaduto - non può essere fatta pagare agli utenti".
Sullo sfondo di questo problema c'è la gestione commissariale di un ente che fatica giornalmente a garantire servizi e riparazioni. Si sa che più di una volta i commissari Venuti e Dell'Aira hanno provato a far capire ai sindaci che sarebbe necessario rincarare le tariffe, perché al momento non c'è corrispondenza tra spese ed entrate. Una richiesta contro cui l'Assemblea Territoriale Idrica si è opposta con forza. Anche se adesso, di fronte a quella che viene definita "rimodulazione" della tariffa, probabilmente non ci si può opporre. La questione va vista a livello di prospettiva. L'unica "exit strategy" possibile è l'entrata in funzione della società consortile che dovrà prendere le redini del servizio idrico integrato in provincia, facendo calare definitivamente il sipario su Girgenti Acque. Una strada, quest'ultima, che continua ad essere piuttosto in salita, tanto più che i sindaci sono letteralmente terrorizzati dagli scenari possibili sugli impegni economici richiesti ai comuni.
Il fantasma che aleggia sulla futura gestione pubblica dell'acqua è quello dei creditori di Girgenti Acque. Tra di loro c'è anche Siciliacque. Una condizione che genera il dubbio che alla fine, per un privato che esca dalla porta un altro privato potrebbe rientrare dalla finestra.
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