ore dell'alba a Castellammare del Golfo e Paceco. Torna in carcere lo storico boss trapanese Mariano Asaro, in libertà da circa due anni. Il blitz è stato eseguito dai Carabinieri su ordine della Procura antimafia di Palermo. Oltre ad Asaro, ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata notificata al boss e capomafia di Paceco, Carmelo Salerno, già detenuto dal 2019 per un’altra operazione antimafia. Tra gli indagati anche due donne, un medico e due politici: si tratta dell'ex deputato regionale Paolo Ruggirello, già coinvolto in un'altra precedente operazione antimafia, e il sindaco di Paceco Giuseppe Scarcella, a cui sono stati perquisiti abitazione e uffici al Comune. Nel giro di pochi giorni, Scarcella è il secondo sindaco trapanese, dopo quello di Castellammare del Golfo, Nicola Rizzo, che si vede oggetto di perquisizioni e si ritrova indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Ad incastrare l’onorevole Ruggirello sarebbero stati i ripetuti e frequenti contatti proprio con Mariano Asaro, a proposito della realizzazione di un ambulatorio odontoiatrico a Paceco. L’on. Ruggirello si sarebbe messo a disposizione per fare ottenere ad Asaro la convenzione con l’asp di Trapani.
Il boss, odontotecnico, non sarebbe potuto comparire ufficialmente nella società, ne sarebbe stato semplice dipendente. In realtà i capitali, di dubbia provenienza, li avrebbe messi lui. In generale i reati contestati sono quelli di associazione di tipo mafioso e fittizia intestazione di società aggravati dal metodo mafioso. Mariano Asaro è un esponente storico della mafia trapanese. Fu riscontrata la sua appartenenza alla loggia massonica segreta Iside 2. Il suo nome è tra quelli che riguardano la strage mafiosa di Pizzolungo del 2 aprile 1985 e l’omicidio del magistrato trapanese Gian Giacomo Montalto, ucciso a Valderice il 25 gennaio 1983. Da quanto era uscito dal carcere, Asaro risiedeva a Paceco, più precisamente nella frazione di Dattilo, dove secondo gli inquirenti il boss Matteo Messina Denaro avrebbe trascorso parte della sua lunga latitanza. Non è tutto. Asaro, secondo i magistrati, si muoveva per riprendere l’intero controllo della mafia trapanese, grazie anche ai forti legami, ripresi, secondo le indagini, col latitante Messina Denaro, e rispolverando i suoi vecchi rapporti con la massoneria. Quando Asaro fu arrestato la prima volta, da latitante, negli anni '90, nel suo covo venne rinvenuto un telefonino in cui risultarono chiamate fatte verso il centralino della sede del Sismi, il servizio segreto militare italiano. Cosa mai chiarita. Asaro, dunque, ennesima pedina e crocevia tra mafia e poteri occulti come massoneria e servizi segreti. Contro di lui solo condanne per associazione mafiosa ed estorsione, sempre uscito indenne dalle accuse per gli omicidi.