Tredici in più quelli registrati sabato, altri 14 quelli aggiornati a ieri. È sicuramente importante che si tratti di casi asintomatici, ma questa tendenza suscita preoccupazioni. A partire da quella dello stesso presidente della Regione Nello Musumeci, che nelle scorse ore non ha escluso nuove misure restrittive per cercare di contenere i contagi. Ad oggi il numero dei positivi in Sicilia sta toccando quota duecento unità, che hanno fatto schizzare a quasi 3.200 il numero di positivi dall'inizio dell'emergenza. Una condizione nella quale, ovviamente, si inserisce anche la questione politica dell'immigrazione, soprattutto dopo la fuga dalla quarantena obbligatoria di 118 dei 350 ospiti del centro d'accoglienza di Caltanissetta. Nessuno dei tamponi praticato su di loro aveva dato esito positivo, ma la questione come è immaginabile rileva sotto punti di vista diversi. E Musumeci attacca il governo centrale. Il dirottamento della importante discussione sui migranti (che rappresentano un'emergenza non certo per la fuga di alcuni di loro) rischia di far perdere di vista la sostanziale sottovalutazione del problema Covid-19 in Sicilia, dove i comportamenti dei singoli rivelano un allentamento della tensione che, di questo passo, rischia di far finire definitivamente fuori controllo una nuova eventuale diffusione dei contagi. Sembra interessare sempre meno il rispetto delle prescrizioni, e non certo solo quelle riguardanti l'uso della mascherina, ma anche quelle sulla necessità di evitare assembramenti e contatti reciproci. E così ormai ogni giorno si susseguono feste private, danze caraibiche, bevute dallo stesso bicchiere, abbracci e baci, come se niente fosse successo, confidando sempre in quella fortuna che nei mesi scorsi ci ha visti in grado di fronteggiare una pandemia che, altrove, e poco lontano, ha ucciso migliaia e migliaia di persone. Il sostanziale addio alle regole sta generando forti timori, e piuttosto che rischiare di dovere affrontare un nuovo lockdown, sarebbe necessario impegnarsi un po' di più per rispettare delle semplici elementari regole, imponendole pacificamente a chi non vuole saperne e continua a sottovalutare il problema. È inutile disinteressarsi dell'emergenza per poi prendersela con i migranti, così magari per metterci un po' la coscienza a posto. Sarebbe il caso di pensarci, e di farlo prima di abbracciare e baciare l'amico o l'amica che non vediamo magari da appena 24 ore.