pericoloso, ha cambiato vita rispetto al passato, è dedito soltanto al lavoro nei suoi terreni e allo studio per conseguire il diploma. Con queste motivazioni, è stata revocata la misura della libertà vigilata a Pasquale Alaimo, una volta uno dei più stretti collaboratori dell'ex capomafia agrigentino Maurizio Di Gati. Alaimo, oggi 58enne, ex netturbino, era stato condannato a 13 anni di reclusione nell'ambito del processo scaturito dall'operazione denominata “Camaleonte”.
Per Alaimo i giudici sostanzialmente parlano di buona condotta sia all'interno del carcere sia durante il periodo di libertà vigilata, oggi revocata. Ha tagliato i ponti col passato ed è stato a lungo lontano dalla Sicilia. A suo tempo, era stato proprio Di Gati, prima latitante e oggi pentito, arrestato nel 2006, ad indicare Alaimo tra i suoi fiancheggiatori. Per gli inquirenti, le deposizioni di Di Gati hanno sempre trovato ampio riscontro, con racconti, per così dire, che hanno coinvolto spesso pure il territorio di Sciacca e la sua famiglia mafiosa. Per Alaimo il magistrato di sorveglianza ha recepito le istanze del suo difensore con la revoca delle restrizioni della sua libertà personale che era stato applicata come appendice alla condanna a 13 anni di carcere per associazione mafiosa. Nel 2015 aveva subito la confisca dei beni, con l'esclusione di un solo terreno per il quale era stata accertata la legittima provenienza. Oggi, per i giudici, ha completamente cambiato vita.