dell'ennesimo incendio che nelle scorse ore è tornato ad interessare l'area ricadente nel comune di Menfi del Magaggiaro, il polmone verde che si estende lungo la Valle del Belice e che, ancora una volta, è finito nel mirino dei piromani. Rispetto al mese scorso, però, stando a quanto si apprende, le fiamme sarebbero state generate al di fuori dell'area boschiva, ovverosia da alcuni dei terreni incolti che si trovano nell'area circostante, probabilmente sprovviste di linee tagliafuoco. Terreni su cui si stanno concentrando le indagini disposte dalla procura della Repubblica di Sciacca, per accertare eventuali responsabilità. Un incendio che ieri ha visto impegnati tre elicotteri del corpo Forestale dello Stato e 3 Canadair. Circoscrivere le fiamme è stato difficile, e c'è mancato poco che l'incendio aggredisse anche l'area attrezzata di un'area di macchia mediterranea tra le più pregiate, con un Magaggiaro che si estende per oltre 850 ettari, cento dei quali erano già stati distrutti dall'incendio dello scorso mese di giugno. Ne viene fuori una emergenza ambientale, anche se rispetto a un mese fa adesso sono all'opera le squadre regionali antincendio, grazie alle quali probabilmente il bilancio finale del fuoco di ieri al Magaggiaro è stato più circoscritto. La zona interessata è stata quella di località Stoccatello. In fiamme diversi arbusti, un sacrificio ambientale a dir poco inaccettabile, e che nelle settimane scorse è stato al centro di un'iniziativa del sindaco di Montevago (uno dei comuni attorno al bosco del Magaggiaro), con Margherita La Rocca Ruvolo che è arrivata a ipotizzare una taglia sui piromani.