si cerca di ricavare il massimo dal difficilissimo compito di risalire a tutte le persone che, in queste settimane, possono essere venute in contatto con lui. La vacanza nell'ex colonia britannica risale alla fine di luglio, il ritorno in Italia ai primi di agosto.
Il ragazzo per fortuna non presenta i sintomi del coronavirus, ma questo fatto non permette in ogni caso di escludere che possa comunque avere contagiato altre persone, a partire dai suoi stessi familiari, per non parlare di coetanei con i quali, stando a quanto si apprende da indiscrezioni, si sarebbe incontrato in diverse circostanze. Accertata la positività al tampone, il giovane adesso è in quarantena, ma potrebbe trattarsi di una misura tardiva. Tanto più che non è certamente da oggi che è noto come Malta fosse un paese a rischio.
Quello venuto fuori è un nuovo episodio (prima di Ferragosto c'era stato quello dell'altra diciottenne risultata positiva al ritorno da una vacanza in Croazia) che suscita preoccupazioni a Sciacca e non solo, anche nei comuni del circondario. Stando a quanto si apprende i componenti del gruppo di vacanzieri provenienti da Malta e del quale faceva parte il giovane risultato positivo al tampone, sta effettuando tutti i controlli del caso. Ma è una vicenda che naturalmente ha riaperto il dibattito sull'opportunità, in piena pandemia, di recarsi all'estero. Malta e Croazia sono paesi a rischio, insieme a Grecia e Spagna.
Il timore che dopo i due casi emersi nei giorni scorsi possano essercene altri tuttora latenti o ancora clinicamente da accertare è piuttosto elevato. Anche perché prima della stretta sulle discoteche e le sale da ballo a Sciacca si sono celebrate numerose feste di compleanno, dove è presumibile che le norme su distanziamento sociale o quelle sull'uso (prima consigliato, oggi obbligatorio) della mascherina siano state disattese. Gli ultimi episodi, peraltro, si inquadrano in un momento storico nel quale i numeri della pandemia stanno continuando vertiginosamente a crescere di ora in ora.
L'attenzione dunque deve essere doverosamente più alta del solito. E si spera che i tempi di attesa per conoscere l'esito di tutti i tamponi sui casi sospetti sia un po' più veloce di quanto non lo sia stato in quest'ultimo periodo. Anche se si sa che il virus può avere tempi di incubazione più lunghi e non generare alcuna sintomatologia. Rimane pacifico, in ogni caso, che l'età dei nuovi malati si sta sempre di più abbassando, rivelando che se qualcuno ha sottovalutato o continua a sottovalutare la portata del problema sta commettendo un errore a dir poco gravissimo.