dopo che ieri si è appreso del caso positivo di un ragazzino di 12 anni di Sciacca. Sono tuttora didascaliche le informazioni diramate dalle autorità in merito al contesto nel quale sia stato ritenuto necessario praticare il tampone sul bambino. Tampone il cui esame ha poi rivelato l'avvenuto contagio. Pare, comunque, che non si tratti di un familiare di uno dei giovani tornati dalle vacanze alle quali, ancorché nel periodo storico senza precedenti nel quale ci troviamo, decine ragazzi non sono proprio riusciti a rinunciare. Evidentemente il sospetto sul dodicenne è stato generato da suoi possibili contatti avuti con persone vicine ai positivi. Il bambino è comunque asintomatico, ed in isolamento domiciliare insieme, naturalmente, al resto della sua famiglia. È il terzo episodio in meno di un mese a Sciacca, dopo quelli dei due diciottenni rientrati rispettivamente dal soggiorno in Croazia e a Malta. Una situazione complicata, che vede da settimane decine e decine di saccensi costretti ad osservare la quarantena fiduciaria. Il lavoro per risalire a tutte le persone entrate in contatto con chi era risultato positivo si è rivelato particolarmente complicato, visto che questa estate (almeno fino a prima del decreto che ha disposto la chiusura di discoteche e sale da ballo) non sono comunque mancate feste di compleanno private e non sono stati certamente pochi gli assembramenti da movida anche all'aperto. Sono almeno una cinquantina i giovani saccensi che aspettano di sapere se siano stati contagiati o meno. Il caso del dodicenne risultato positivo si verifica proprio a ridosso dell'inizio del nuovo anno scolastico, cosa per la quale il sindaco Valenti al nostro telegiornale non nasconde i propri timori, che sono poi gli stessi timori di dirigenti scolastici, docenti e famiglie. D'altronde la stessa escalation di casi in Francia, a tre giorni dall'inizio delle lezioni, ha visto la chiusura di 22 scuole. E negli stessi minuti in cui ieri pomeriggio si apprendeva del nuovo caso a Sciacca, il sindaco di Ribera Carmelo Pace rendeva noto di avere saputo dall'Asp di Agrigento delal positività al Covid-19 di 3 persone residenti a Ribera, un intero nucleo familiare (padre, madre e figlio) di origini romene, rientrato a Ribera da pochi giorni dopo aver trascorso le vacanze in Romania. Persone (anche loro asintomatiche e la cui condizione è monitorata dal medico di famiglia) che, sin dal loro rientro, sono state in autoisolamento domiciliare e che non hanno avuto alcun contatto con altre persone. Il sindaco Pace torna comunque a raccomandare alla cittadinanza prudenza nei comportamenti quotidiani, indugiando nella cura dell’igiene personale e nel distanziamento sociale. Gli ultimi quattro casi tra Sciacca ed Agrigento sono circa un terzo dei tredici casi che complessivamente nelle scorse ore si sono registrate in provincia di Agrigento. Gli altri comuni interessati sono stati Canicattì, Castrofilippo, Palma di Montechiaro, Naro e Ravanusa. Tutti o quasi sono risultati essere rientrati da vacanze o trasferte all’estero, in particolare Malta, Romania e Spagna. E in Sicilia ieri sono stati 78 i nuovi casi di Coronavirus, in forte incremento. Forse, anche grazie a qualche solone negazionista (a preoccupare è il fatto che talvolta tra i negazionisti ci siano perfino medici) ci si era illusi che il peggio era passato. E invece siamo ormai nel pieno della seconda ondata del Covid. Si sta rivelando particolarmente difficile accettare che con questa situazione si debba convivere. Un secondo lockdown è improbabile, soprattutto per ragioni economiche. Ma la diffusa mancanza di attenzione, a tutti i livelli, compresi quelli di chi è istruito e legge i giornali, sta generando problemi che rischiano di aggravarsi pericolosamente. Insomma: le notizie su nuovi contagi (qualche mese fa nessuno avrebbe pensato alla possibilità che venissero interessati anche i bambini) potrebbero non essere finite qui.