Anche gli ultimi tre tamponi risultati positivi a Sciacca riguardano persone che avevano partecipato all'ormai famigerato matrimonio dello scorso 31 agosto. Evento da cui, è ormai innegabile, è venuto fuori un autentico focolaio. Tamponi effettuati su queste persone perché, a quanto pare, avevano già accusato i primi sintomi, ricollegandoli poi ai fatti di cui si parla da giorni, generati dalle chiusure del salone di parruccheria dove la sposa era stata preparata e proseguiti poi con quella del calzolaio che era tra gli invitati. I casi a Sciacca salgono così a 8: sono i due coniugi (rispettivamente di 70 e di 60 anni), la bambina di 12 anni, un cinquantenne e l'infermiera dell'ambulatorio delle vaccinazioni, anche quest'ultima reduce dal matrimonio. Sono 4 i casi positivi a Ribera, altrettanti a Menfi (le famiglie romene che erano stati nel paese d'origine), e altri 5 casi a Cattolica Eraclea, anche questi tra gli invitati al matrimonio saccense.
Una situazione che rischia di sfuggire di mano, soprattutto perché scaturisce da un allentamento dell'attenzione dopo i mesi del lockdown. Un allentamento che purtroppo continua, come ci viene ripetutamente segnalato, soprattutto con comportamenti diffusissimi che non tengono assolutamente conto dell'emergenza sanitaria in cui non certo Sciacca ma tutto il mondo si è venuto a trovare: feste di compleanno e assembramenti vari anche all'esterno che si susseguono come se niente fosse. Il rischio tangibile è che il Covid-19 (contratto soprattutto dai più giovani) finisca poi nelle loro case contagiando il resto delle proprie famiglie, nonni compresi, pur sapendo che i soggetti più anziani sono quelli più vulnerabili.
Siamo di fronte ad una escalation, eppure basterebbe osservare le norme basilari per cercare di difendersi. Ma difendersi dal Coronavirus sembra quasi una sorta di nuova sfida del terzo millennio: niente mascherine, strette di mano, abbracci e baci e bevute dallo stesso bicchiere continuano come se niente fosse. E a Ribera, tanto per ricorrere ad un esempio tangibile, l'emergenza si tocca con mano anche per una campagna elettorale dove convention e inaugurazioni di comitati elettorali non tengono minimamente conto della situazione. Come se si pensasse che in campagna elettorale il Covid va a riposo.