Dove oltre alle due donne ricoverate (una delle quali in Terapia intensiva), nelle scorse ore un uomo settantunenne si è presentato al Pronto soccorso con i sintomi del Coronavirus. L'esito del tampone ha poi rivelato la sua positività. È il ventitreesimo caso, anche se al momento l'Asp non ha ancora aggiornato i dati. Probabilmente lo farà nelle prossime ore. E i numeri del focolaio sciacchitano potrebbero essere ben più alti. Immediatamente è scattato il trasferimento del paziente nel reparto di Malattie infettive del "Sant'Elia" di Caltanissetta. La stessa cosa non era stata possibile sabato scorso, invece, per la donna di 60 anni, che è stata ricoverata al "Giovanni Paolo II", ed è tuttora in uno dei quattro posti di Terapia intensiva che erano stati approntati quando già si temeva il peggio. Evidentemente le sue condizioni sono state considerate dai medici particolarmente gravi, al punto tale da non potere più procedere al trasferimento all'Hub di riferimento, che è appunto ancora il nosocomio nisseno. L'altra persona positiva, di 94 anni, era giunta presso l'Area di emergenza dell'ospedale di Sciacca (a quanto pare senza i sintomi del Covid ma con una patologia diversa), con uno stazionamento di almeno 48 ore in area grigia. Tutto questo avviene mentre, però, l'ospedale di Ribera, che come è noto è stato indicato come "Centro Covid" dall'assessore Ruggero Razza, non è ancora pronto per esercitare le sue funzioni. Anche se, non va dimenticato, il protocollo stabilisce ancora che, per la provincia di Agrigento, il reparto di Malattie infettive a cui fare riferimento è l'ospedale di Caltanissetta, e che solo dopo il riempimento dei posti letto del "Sant'Elia" si potrà eventualmente fare ricorso al Fratelli Parlapiano di Ribera. Non si pensava che in tutto questo si tornasse a fare ricoveri all'ospedale di Sciacca. La situazione si complica, e se da un lato è comprensibile che le autorità affrontino difficoltà nell'organizzazione sanitaria, dall'altro la maggioranza della popolazione non nasconde più la propria preoccupazione. Adesso a Caltanissetta sono 3 i saccensi ricoverati in Malattie infettive, e altre due persone sono ricoverate a Sciacca (una delle quali in Terapia intensiva). Eppure il weekend da cui siamo reduci ha confermato tutte le criticità che si temevano, con assembramenti (soprattutto giovanili) che sono proseguiti dalla via Roma allo Stazzone, tra pub e ritrovi tradizionali dove la considerazione di distanziamento sociale e mascherine era pari a zero. Ne viene fuori una condizione a dir poco contraddittoria, nella quale urgono provvedimenti restrittivi che prevedano sanzioni. E ad aggravare la situazione della diffusione del Covid-19 a Sciacca c'è sicuramente anche il caso di un anziano deceduto, di cui si è appresa (non si sa se pre o post mortem) la positività al Coronavirus. Ebbene: sono stati annullati i funerali e una cinquantina di persone (parenti diretti) si sono dati l'autoisolamento. Dal punto di vista statistico a Sciacca i numeri riguardanti i positivi (al momento ancora 23) sono i più alti in provincia di Agrigento e tra i più alti in Sicilia. Ma tutti siamo fin troppo consapevoli che la situazione reale, probabilmente, va ben oltre la rappresentazione dei numeri. Stiamo pagando il prezzo di un'estate vissuta pericolosamente, tra vacanze e movida, e forse non è l'inizio dell'anno scolastico il problema più grave che questo territorio è chiamato ad affrontare. E intanto nelle ultime 24 ore in Sicilia i nuovi casi positivi sono stati 116, 66 dei quali sono stati individuati nella Missione Speranza e Carità di Palermo. Attualmente ci sono 2316 positivi di cui 194 ricoverati in ospedale, 13 in terapia intensiva e 2109 in isolamento domiciliare, per un totale di 5962 casi dall'inizio dell'epidemia.