le cellule staminali contenute in una delle sacche di sangue cordonale conservate presso la Banca del Cordone Ombelicale di Sciacca. Le immagini che state vedendo, girate questa mattina, si riferiscono proprio ai momenti che hanno preceduto la partenza della sacca: prelevata dal contenitore che l'ha custodita a quasi centosessanta gradi sotto zero in azoto liquido, l'unità è stata poi inserita in un contenitore speciale raffreddato per mantenere la temperatura giusta e ha preso la via dell'aeroporto Fontanarossa di Catania direzione Roma. Il tragitto prevede uno scalo a Vienna e, poi, da qui, il volo conclusivo per l'arrivo a Budapest, in programma per le prime ore di mercoledì 7 ottobre. Inizierà da quel momento il conto alla rovescia finale che culminerà con l'intervento dei medici magiari sul piccolo attraverso il trapianto delle cellule che ripopoleranno il suo midollo osseo permettendogli di guarire da questa brutta malattia.
La sacca, donata da una mamma siciliana nel 2014 poco dopo il parto avvenuto in uno dei 23 punti nascita siciliani convenzionati con la Banca del Cordone ombelicale di Sciacca, è stata resa disponibile dall'Asp di Agrigento. Una donazione che si inquadra nell'ambito di una stretta collaborazione tra la banca di Sciacca con il Centro nazionale trapianti, il Centro nazionale sangue e il registro nazionale dei donatori di midollo osseo dell'ospedale Galliera di Genova. L'incrocio tra i dati derivanti dalla tipizzazione delle cellule staminali ha permesso di trovare il donatore e il futuro ospite compatibili.
Una vicenda che ha fatto tornare sotto le luci dei riflettori migliori possibili una unità, quella fondata a Sciacca da Lillo Ciaccio che, dopo i fasti della prima ora, ha attraversato la tempesta di un'inchiesta giudiziaria che, dopo il licenziamento, culminerà con l'assoluzione in tribunale e il risarcimento. Nel frattempo Lillo Ciaccio è morto, e a gestire la banca (dagli anni della ripartenza organizzativa e nel rispetto dei protocolli di conservazione delle sacche di sangue cordonale) è stato il dottore Filippo Buscemi, e oggi a dirigere la banca è l'ematologo saccense Pasquale Gallerano. Sono sue adesso le mani in cui quella che era stata definita “un'eccellenza sanitaria” sta tornando a splendere in un panorama che non è certamente solo locale ma anche nazionale e, come dimostra la donazione al bimbo ungherese (la trentesima negli anni di vita della banca), internazionale. Importante negli anni è stato anche l'attività svolta dal personale, tra cui vanno annoverate sicuramente come protagoniste le 6 lavoratrici (quattro biologhe e due borsiste) che dopo anni di lavoro precario (da “borsiste”) dai primi di quest'anno non hanno più avuto la proroga del contratto, e sono state sostituite. Una vicenda di cui ci siamo occupati sabato scorso e che, stando a quanto si apprende, è tornata ad essere oggetto di interesse a livello sindacale ma, soprattutto, a livello politico, sarebbe a dire la scrivania dell'assessore regionale alla Salute Ruggero Razza.