all’indomani degli arresti “eccellenti” dei superlatitanti Giuseppe Falsone e Gerlandino Messina. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione che ha rigettato il ricorso delle difese. Le condanne più alte sono state confermate nei confronti di Pietro Campo (14 anni) di Santa Margherita Belice, considerato il numero due della provincia agrigentina dietro soltanto a Leo Sutera; 14 anni e 8 mesi nei confronti di Antonino Iacono, alias “u giardinisi” e Francesco Messina, considerati rispettivamente i nuovi capi delle famiglie mafiose di Agrigento e Porto Empedocle. Confermate anche altre nove condanne per gregari e associati delle famiglie mafiose di Santa Margherita Belice, Cianciana, Porto Empedocle e Sambuca: si tratta di Francesco Capizzi inteso «il milanese», 51 anni, di Porto Empedocle (10 anni); Francesco Tarantino inteso “Paolo”, 31 anni, di Agrigento (10 anni); Mauro Capizzi, 49 anni, di Ribera (10 anni e 8 mesi); Santo Interrante, 36 anni, di Santa Margherita Belice (10 anni); Giacomo La Sala, 49 anni, di Santa Margherita Belice (10 anni e 4 mesi); Rocco D’Aloisio, 48 anni, di Sambuca di Sicilia (10 anni); Tommaso Baroncelli, 42 anni, di Santa Margherita Belice (8 anni e 8 mesi), Giuseppe Lo Pilato, 49 anni di Giardina Gallotti (9 anni), e Diego Grassadonia, 56 anni di Cianciana (9 anni).L’unica assoluzione è quella di Leonardo Marrella, 43 anni di Montallegro. Nell’inchiesta era coinvolto anche Emanuele Riggio, nel frattempo deceduto. Nel filone ordinario sono coinvolte altre nove persone, tutte condannate in Appello: si tratta di Vincenzo Marrella, Antonino Abate, Stefano Marrella, Vincenzo Marrella, Francesco Tortorici, Antonino Grimaldi, Carmelo Bruno, Roberto Carobene e Gaspare Nilo Secolonovo. Il collegio delle difese, tra gli altri, è composto dagli avvocati Antonino Gaziano, Vincenza Gaziano, Giovanni Castronovo, Santo Lucia.