Fra noi ci solo rapporti fra fratelli di loggia, ma nessun legame con la criminalità organizzata". Il funzionario della Regione Lucio Lutri e il tecnico informatico Vito Lauria si difendono così davanti al giudice e negano le accuse per cui sono finiti a processo nell'ambito della doppia inchiesta "Halycon" e "Assedio" che avrebbe disarticolato la nuova famiglia mafiosa di Licata, che avrebbe stretto, stando alle accuse, accordi con la politica e con la massoneria deviata per portare avanti i propri interessi economici.
I personaggi principali dell'inchiesta sono il presunto boss Angelo Occhipinti, 65 anni, l'ex consigliere comunale di Licata Giuseppe Scozzari e il funzionario della Regione Lucio Lutri. Quest’ultimo, in particolare, "grazie alle rete relazionale a sua disposizione quale Maestro venerabile della loggia massonica "Pensiero ed Azione" di Palermo, avrebbe – leggiamo testualmente - "acquisito e veicolato agli appartenenti alla famiglia mafiosa informazioni riservate circa l'esistenza di attività di indagine a loro carico" e sarebbe intervenuto per favori di altra natura. Circostanza che il funzionario, al quale si contesta il concorso esterno in associazione mafiosa, ieri, ha negato con forza. Lauria ha aggiunto: "I nostri rapporti scaturiscono esclusivamente dall'appartenenza alla stessa loggia massonica ma non abbiamo fatto mai nulla di illecito". L'associazione mafiosa in questo stralcio è contestata ad Angelo Occhipinti, inteso “Piscimoddu”. Tra i presunti partecipi: Giovanni Mugnos, Giacomo Casa, Vito Lauria, il farmacista Angelo Lauria, Raimondo Semprevivo, Vincenzo Bellavia, Angelo Graci, Giuseppe Galanti, tutti di Licata e Giuseppe Puleri di Campobello di Licata. Nella lista degli imputati anche lo stesso Scozzari, accusato di concorso esterno e l’elettrauto Marco Massaro accusato di favoreggiamento. Ieri mattina, come già avvenuto giovedì nello stralcio ordinario del processo, la Cgil si è costituita parte civile. Il gup di Palermo Claudia Rosini ha poi fissato un calendario che porterà alla sentenza: il 16 novembre è in programma la requisitoria dei pm Calogero Ferrara e Claudio Camilleri. L'11 e il 18 dicembre, i difensori illustreranno le loro arringhe. Poi sarà individuata un'altra data per la conclusioni, con la sentenza prevista non prima di fine gennaio.