un altro sedicenne a Sciacca. Il Covid dalle nostre parti dunque continua a infettare anche i giovanissimi. Questione che, naturalmente, oltre agli aspetti sanitari, ne pone in essere altri relativi alla gestione dell'emergenza all'interno delle scuole. D'altra parte sono già scattati negli istituti interessati i relativi protocolli di sicurezza. Ma tutto è sotto controllo.
A Ribera un'intera classe di sedici alunni del liceo classico “Francesco Crispi” (quella frequentata dalla diciassettenne risultata positiva, una ragazza originaria di Montallegro) è tuttora in isolamento domiciliare. Condizione questa che riguarda anche cinque docenti che hanno lavorato all'interno della predetta classe.
Il sedicenne risultato positivo a Sciacca invece è un alunno del liceo scientifico “Enrico Fermi”. Lo ha confermato stamattina al nostro telegiornale la dirigente scolastica Giusy Diliberto, che ha tenuto a precisare anche che da quando è iniziato l'anno scolastico il ragazzo in questione non ha mai partecipato alle lezioni in presenza, lavorando soltanto (nei turni previsti) attraverso la didattica a distanza. Evidentemente si tratta di qualcuno che, sospettando di potere essere venuto a contatto con qualche positivo, ha responsabilmente evitato di recarsi a scuola, concordando con la direzione la modalità più sicura di frequenza. Nessun rischio, dunque, né per i suoi compagni, né per gli insegnanti. Ed è una situazione sotto controllo anche quella di una docente della stessa scuola la quale, dopo essere risultata positiva al Coronavirus, sta osservando la quarantena domiciliare, così come prevedono i protocolli sanitari relativi alla gestione di queste situazioni. “La scuola è sicura, le famiglie dei nostri ragazzi sappiano che non c'è alcuna ragione di allarmarsi”, ha dichiarato la preside del “Fermi” Diliberto.
Rischi contagi nelle scuole che, dunque, continuano ad essere gestibili, per fortuna. Sullo sfondo rimane il problema degli studenti pendolari, che ogni mattina raggiungono Sciacca in pullman provenienti da diversi comuni dell'hinterland, questione questa che, come si ricorderà, è stata al centro di una istanza avanzata da diversi sindaci nei confronti dei dirigenti scolastici affinché, a chi non è saccense, venga accordata la didattica digitale integrata. Studenti costretti a viaggiare come sardine, quando la capienza massima del pullman dovrebbe essere dell'80%, cifra che però rischia di non essere bastevole per scongiurare possibili rischi. Questa la ragione per la quale sei sindaci (quelli di Caltabellotta, Menfi, Montevago, Sambuca di Sicilia, Santa Margherita di Belice e Sciacca) hanno formalmente chiesto al presidente della Regione Nello Musumeci e all'assessore alla Mobilità Marco Falcone hanno chiesto che il limite massimo di capienza per ogni bus venga ulteriormente abbassato al 50%. Scenario tutt'altro che facile, posto che se così sarà bisognerà evidentemente fare ricorso a un numero più alto di mezzi per garantire il servizio di trasporto scolastico, e su questo rischia di aprirsi una trattativa con le aziende sotto contratto con la regione. Insomma: a poco serve adottare misure severissime contro possibili contagi nelle scuole quando invece i ragazzi rischiano di infettarsi mentre viaggiano. Situazione che definire complicata è oltremisura difficile.