L'inchiesta dei carabinieri di Bosco Chiesanuova, paesino di 3.600 abitanti situato nel Veronese, è iniziata un anno fa. A farla scattare era stata la denuncia presentata dal dirigente scolastico del locale Istituto comprensivo, che si era imbattuto in alcune presunte anomalie tra i titoli presentati dai vincitori del concorso per l'accesso al ruolo del personale ATA (acronimo di Amministrativo Tecnico Ausiliario). Anomalie che avrebbero riguardato essenzialmente i titoli in possesso dei concorrenti. Uno, in particolare, quello per così dire apparso "sospetto" al funzionario, ovverosia la certificazione attestante il superamento degli esami di Informatica. Un titolo importante per chi ambisce ad un posto nella pubblica amministrazione, perché averlo permette di ottenere un incremento di punteggio e, dunque, scalare la graduatoria.
Il concorso da cui è scaturita l'indagine si inquadrava nell'ambito del conferimento delle supplenze annuali di personale ATA nel mondo della scuola per il triennio 2017-2020. Partendo dalla denuncia del preside, i carabinieri hanno via via allargato il cerchio dei controlli. E così, sotto la lente di ingrandimento, sono finite 144 persone. Sono state tutte denunciate con l'accusa di avere prodotto diplomi falsi per avere un punteggio più alto e accedere così al posto nell'esercito che compone il personale ATA. Tra i 144 denunciati non ci sono solo coloro i quali hanno prodotto l'attestazione che sarebbe risultata fasulla, ma anche i loro esaminatori, coloro cioè che firmarono il rilascio della certificazione.
L'indagine adesso coinvolge diversi istituti situati in dieci comuni italiani, tutti situati nel sud. Tra questi ci sono anche Palermo, Agrigento e Sciacca. L'identificazione di questi enti è tuttora impossibile, perché si tratta di elementi sottoposti a segreto istruttorio. Si indaga anche su enti di Avellino, Bari, Benevento, Napoli, Santa Maria Capua Vetere, Tivoli e Torre Annunziata. Un'inchiesta che dunque potrebbe ancora riservare delle sorprese.