l'anziano di 89 anni di Palma di Montechiaro ucciso l'11 luglio scorso nel corso di una rapina nella sua abitazione, è arrivata ad una svolta. I carabinieri della compagnia di Licata e quelli del nucleo investigativo del reparto operativo di Agrigento hanno eseguito un fermo di indiziato di delitto firmato dal procuratore capo Luigi Patronaggio e dal sostituto Chiara Bisso, nei confronti della badante, una donna romena di 26 anni. Le ipotesi di reato contestate sono omicidio volontario aggravato e rapina. L'anziano venne trovato privo di vita, con le mani e i piedi legati, all'interno della sua abitazione di via Pietro Attardo a Palma di Montechiaro. La residenza era completamente a soqquadro. Fin dai primi momenti successivi al rinvenimento del cadavere, i carabinieri pensarono subito ad una rapina, realizzata qualche giorno prima e finita male. L'autopsia ha stabilito che l'anziano è stato soffocato, hanno ufficializzato adesso i militari dell'Arma. L'autore, dopo aver messo tutto a soqquadro, fuggì portando via l'auto dell'anziano, ma lasciandosi dietro di sé delle tracce. A chiamare i carabinieri, non riuscendo a rintracciare il proprio genitore, era stato il figlio del pensionato. Già le prime testimonianze raccontavano di una donna che negli ultimi giorni frequentava la casa dell'anziano. Questo indizio, unito alle impronte digitali rinvenute all'interno dell'abitazione ed esaminate dal Ris di Messina, hanno permesso agli investigatori di avere elementi probatori importanti. L'omicidio avvenne nella notte fra l'11 e il 12 luglio. La donna dal giorno precedente era la badante dell'anziano e prima di ucciderlo lo aveva rapinato, sottraendogli, fra l'altro, anche la macchina, hanno ufficialmente ricostruito i militari dell'Arma. La svolta pochi giorni fa, con il ritrovamento del veicolo della vittima. L'autovettura era in possesso di un pregiudicato di Canicattì, il quale interrogato dagli inquirenti ha rivelato che la donna, dopo l'omicidio, lo avrebbe contattato per consegnargli il mezzo chiedendogli di portarlo in un'autodemolizione. Richiesta che però non è stata soddisfatta. La giovane, uscita ieri mattina dal carcere di Catania dove si trovava per non aver rispettato l'obbligo di dimora cui era precedentemente sottoposta a seguito di resistenza a pubblico ufficiale, lasciato il carcere è stata accompagnata a Licata per la notifica del provvedimento di espulsione e contestualmente i carabinieri le hanno notificato, alla presenza del suo avvocato, il fermo di indiziato di delitto. La donna è stata, quindi, trasferita presso la casa circondariale di Agrigento.