di Palermo Alessia Sinatra ha chiesto, al Tribunale di Marsala, la condanna a 20 anni di reclusione per Nicolò Clemente, 52 anni, imprenditore edile di Castelvetrano accusato di associazione mafiosa.
Poco più di due anni fa, Clemente venne arrestato dalla Dia di Trapani che eseguì anche il sequestro preventivo di due società edili ritenute a lui riconducibili (ossia La Calcestruzzi Castelvetrano srl e la Clemente Costruzioni srl), oltre a diverse perquisizioni. L’operazione si inseri’ nell’ambito di attivita’ mirate a colpire presunti consociati mafiosi ritenuti vicini al superlatitante Matteo Messina Denaro.
Le indagini erano scaturite dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia, poi deceduto, Lorenzo Cimarosa, cugino acquisito di Matteo Messina Denaro, e, anche se in misura minore, dall’imprenditore Giuseppe Grigoli, entrambi condannati in via definitiva in quanto ritenuti appartenenti alla famiglia mafiosa di Castelvetrano. A presiedere il collegio è il giudice Vito Marcello Saladino. L'operazione, come si sottolineava nel comunicato della Dia, era stata condotta anche “attraverso l’individuazione e l’eliminazione dal mercato delle imprese mafiose che costituiscono le principali fonti di approvvigionamento finanziario dell’organizzazione mafiosa castelvetranese”.
Stando agli atti, Cimarosa e Grigoli “hanno indicato il Clemente – spiegò la Dia - come una delle più attive espressioni imprenditoriali di quel sodalizio, capace di infiltrare e condizionare il tessuto economico locale nei settori dell’edilizia pubblica e privata e nel commercio del conglomerato bituminoso, al fine di assicurare alla citata famiglia significative risorse finanziarie”. Dopo la requisitoria, sarà, adesso, il turno degli avvocati difensori Francesco Moceri e Fabio Roberto Tricoli. Poi si arriverà alla sentenza. Del latitante, invece, nessuna traccia calda.