la difesa dei fratelli Stefano e Gerlando Valenti, imprenditori edili di Favara, arrestati e condannati in primo grado nell'ambito dell'operazione “Montagna” che avrebbe scompaginato i più recenti clan mafiosi della provincia di Agrigento. I due fratelli Valenti, condannati in primo grado a 6 anni e 8 mesi, lo scorso anno, avevano subito un sequestro di beni per un valore complessivo di oltre 500 mila euro. I difensori si oppongono alla confisca di questi beni. A tal fine, i legali hanno presentato una corposa documentazione con lo scopo di dimostrare la capacità economica dei due indagati sufficiente all’acquisto dei beni sottoposti a sequestro. Si torna in aula il 18 febbraio quando la parola passerà, invece, al pubblico ministero.
Stefano Valenti aveva subito il sequestro dell’intero capitale sociale della Athena costruzioni srl e il 40% del capitale sociale della Giarritella srl, oltre a 11 beni mobili registrati e un conto corrente bancario. A Gerlando Valenti è stato, invece, sequestrato il 60% del capitale sociale della società Cogest srl semplificata, 5 immobili, numerosi conti correnti, fondi comuni di investimento, titoli e un cavallo di razza. I due favaresi, quindi, oltre ad opporsi alla confisca, chiedono la restituzione dei loro beni.
La figura di Stefano Valenti era già emersa, tra l’altro, nel corso delle indagini “Akragas 2”, che avevano permesso colpire Cosa Nostra agrigentina. Nel 1999 era stato condannato a 4 anni per associazione mafiosa da Tribunale di Palermo.Anche il pentito Giovanni Brusca, in un interrogatorio del 1997 pur non definendolo un uomo d’onore, aveva detto che l’imprenditore era “a disposizione” della mafia.